Proteste Iran, studenti in piazza contro il regime: arresti, botte e avvelenamenti tra i manifestanti
Entrano nel vivo le proteste in Iran, al terzo giorno di sciopero generale indetto in oltre 50 città contro il regime al potere e all'83esimo di disordini scoppiati in seguito alla morte della 22enne curda Mahsa Amini. Protagonisti sono oggi i giovani universitari.
Secondo i post sui social network, gli studenti di molte facoltà a Teheran hanno organizzato manifestazioni in concomitanza con la Giornata dello studente: le immagini mostrano attacchi da parte delle forze di sicurezza e dalle unità Basij, la forza paramilitare fondata per ordine dell'Ayatollah Ruhollah Khomeini, e "un certo numero di giovani insanguinati", come riporta Bbc Persia.
Secondo il canale Student Trade Union Council, all'Università di Teheran, gli studenti sono stati "attaccati dalle forze di sicurezza guidate da Hossein Izdiyar", un giovane di nome Mohammad Shabaati è stato "rapito dalle forze di sicurezza". Altri tre sono sono stati arrestati.
In centinaia si sono riversati per strada al grido di "Gli studenti non vivranno mai nell'infamia!" e "Gli studenti sono consapevoli e detestano la tirannia!".
Secondo quanto riporta il The Jerusalem Post, il sindacato studentesco avrebbe anche fatto sapere tramite il proprio canale Telegram che alcuni studenti che avrebbero dovuto partecipare alle proteste in questi giorni sono stati avvelenati. Sarebbero rimasti vittime di una intossicazione alimentare. Le autorità hanno dato la colpa ai batteri presenti nell'acqua, ma il sindacato ha espresso i propri dubbi. "Le nostre passate esperienze di incidenti simili all'Università di Isfahan negano la versione ufficiale di questa intossicazione alimentare di massa", si legge in un comunicato.
Intanto, altre cinque persone sono state condannate a morte con l'accusa di aver ucciso il paramilitare di una forza affiliata alla Guardia rivoluzionaria islamica iraniana, come hanno riferito i media statali. Altri 11 hanno ricevuto pene detentive. Si tratta di 13 adulti e 3 minorenni – nessuno dei quali è stato identificato –, accusati dell'uccisione di Ruhollah Ajamian, un membro del Basij.
Il presunto omicidio è avvenuto a Karaj, vicino a Teheran, il 12 novembre scorso, quando un gruppo di uomini ha inseguito e attaccato Ajamian con coltelli e pietre, si legge nel rapporto ufficiale. In quel momento nella zona si stavano svolgendo manifestazioni antigovernative. Il portavoce della magistratura Masoud Setayeshi, citato nel dossier, non ha fornito prove a sostegno di nessuna delle accuse.
Il tribunale rivoluzionario iraniano, istituito dopo la rivoluzione islamica del 1979, emette regolarmente condanne a morte. La scorsa settimana sono state giustiziate quattro persone accusate di lavorare per l'agenzia di intelligence israeliana Mossad, senza alcuna prova per nessuno dei presunti crimini dei quali sono stati accusati.