Proteste Iran, Onu denuncia: “Centinaia di bambini arrestati a scuola. Cessi subito l’uso della forza”
Mentre continuano le proteste, cominciate più di due mesi fa con la morte di Mahsa Amini, la 22enne arrestata dalla polizia morale per portare il velo in modo sbagliato, il caso Iran arriva all'Onu.
Proprio oggi è stata dedicata una sessione speciale del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra al "deterioramento della situazione dei diritti umani nella Repubblica Islamica dell'Iran, in particolare per quanto riguarda donne e bambini".
Secondo l'Onu, dal 16 settembre a oggi sono state arrestate nel Paese oltre 14mila persone, in quella che viene universalmente riconosciuta come l'ondata di manifestazioni più possente e capillare nella storia della Repubblica islamica. Molti sono minorenni, e inoltre le carceri stanno scoppiando.
"È un numero impressionante – ha precisato l’Alto commissario per i diritti umani dell’Onu, Volker Turk -. Sono allarmato dalle notizie secondo cui anche i bambini sospettati di aver partecipato alle proteste vengono arrestati a scuola".
Turk ha aggiunto che dall'inizio delle proteste, "le forze di sicurezza hanno risposto usando la forza letale contro manifestanti disarmati e passanti che non rappresentavano alcuna minaccia per la vita. In palese disprezzo delle regole internazionali sull'uso della forza".
Da qui l'appello al "governo e a chi detiene il potere ad ascoltare i manifestanti e riconoscere le profonde lamentele sociali, economiche e politiche che si sono accumulate".
Turk ha infine esortato le autorità iraniane ad avviare processi investigativi indipendenti, imparziali e trasparenti sulle presunte violazioni dei diritti umani, in linea con gli standard internazionali, di cessare immediatamente "di usare la violenza e le molestie contro i manifestanti pacifici e a rilasciare tutti gli arrestati per aver protestato pacificamente", nonché a imporre una moratoria sulla pena di morte.
Una richiesta di intervento alle Nazioni Unita era arrivata nei giorni scorsi anche da Save The Children. In particolare, si richiedeva la ferma condanna e la risposta alle denunce di uccisioni, mutilazioni e detenzione di centinaia di minori in Iran.
Proprio secondo l'Onu, sarebbero più di 40 i minori uccisi e si ritiene che tra le oltre 14.000 persone detenute tra i 500 e i mille siano minorenni, alcuni minacciati di esecuzione, dopo la repressione mortale dei manifestanti nel Paese.
Al termine della sessione speciale di oggi il Consiglio ha deciso di inviare una nuova missione conoscitiva per indagare sulle "presunte violazioni dei diritti umani nella Repubblica islamica dell'Iran relative alle proteste iniziate il 16 settembre 2022".
Contrarie la Cina, l'Armenia, il Pakistan, Cuba, l'Eritrea a il Venezuela. Tra gli astenuti l'India.