Proteste Iran, la mamma di Nika non crede alla polizia: “Precipitata da un palazzo? L’avete uccisa voi”
Sarebbe precipitata da un edificio Nika Shakarami, la 17enne il cui corpo è stato rinvenuto dalla famiglia nell'obitorio di un centro detentivo di Teheran un decina di giorni dopo la scomparsa, avvenuta mentre partecipava alle proteste in Iran per la morte di Masha Amini.
Almeno è questa la versione ufficiale diffusa dalla polizia, come riporta il quotidiano inglese The Guardian, a cui la madre della ragazza non crede, rilanciando le accuse nei confronti degli agenti, che l'avrebbero picchiata fino alla morte.
La madre della ragazza, Nasreen Shakarami, ha detto che le autorità si sono rifiutate di informare la famiglia della morte della figlia per 10 giorni. I registri ufficiali riferiscono che il cranio della 17enne era fracassato e il naso rotto, il che confermerebbe il fatto che è stata colpita ripetutamente alla testa.
Intanto, la giovane studentessa è diventata una delle icone del movimento di protesta che da quattro settimane ormai sta agitando l'Iran, con giovani e soprattutto donne che sfidano il regime degli ayatollah dopo la morte di Mahsa Amini, la 22enne che sarebbe stata uccisa perché, secondo la Pattuglia di guida della Repubblica islamica dell'Iran, una squadra speciale di polizia incaricata dell'applicazione pubblica delle norme islamiche, chiamata la "polizia morale", che l'aveva arrestata, indossava male l'hijab.
Intanto, sale il numero delle vittime delle manifestazioni che si stanno svolgendo in tutto il Paese. Secondo Iran Human Rights, ong con sede in Norvegia, sono 185 le persone morte dall'inizio delle proteste, tra cui 19 minori.
Alle decine di civili morti negli ultimi giorni si aggiungono anche due agenti delle forze di sicurezza.
Secondo Basij News, un membro della milizia paramilitare Basij è stato "ucciso da rivoltosi con un colpo di pistola" in uno dei luoghi di protesta a Teheran. Secondo quanto riportato dai media iraniani, anche un membro del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC) è stato ucciso sabato durante le proteste a Sanandaj, la capitale della provincia del Kurdistan.
Secondo i media locali, sale così ad almeno 14 il numero dei membri delle forze di sicurezza iraniane uccise dall'inizio delle proteste circa quattro settimane fa.
"Le forze di polizia hanno usato gas lacrimogeni per disperdere la folla in dozzine di luoghi a Teheran", ha riferito l'agenzia di stampa ufficiale Irna, aggiungendo che i manifestanti avevano "cantato slogan e appiccato il fuoco e danneggiato proprietà pubbliche, tra cui una cabina della polizia e bidoni della spazzatura".