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Guerra in Ucraina

Proteste in Russia contro l’arruolamento, il prof. Savino: “Ora cambia il rapporto tra Putin e russi”

Il professor Giovanni Savino, esperto di storia contemporanea russa spiega cosa si muove oltre alle proteste: “Non tutti torneranno sani e salvi e questo cambierà gli equilibri. La gente vede che i privilegiati non andranno in guerra”.
Intervista a Giovanni Savino
Esperto di storia contemporanea russa ed ex docente all'Università di Mosca
A cura di Antonio Musella
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L'annuncio di Vladimir Putin di una mobilitazione parziale della popolazione per reclutare forze nuove per l'esercito impegnato in Ucraina ha prodotto una serie di reazioni che potrebbero cambiare in maniera decisiva il rapporto tra il presidente – dittatore e il popolo russo.

Le proteste sono scoppiate in diverse città, alcune di queste sono state convocate dal fondo per la lotta alla corruzione, ispirato da Aleksey Navalny, l'oppositore di Putin attualmente detenuto, ma in più parti del paese le proteste sono state spontanee.

Gli arresti ad oggi sfiorano la quota di 1500, un nuova ondata repressiva Putin sta scatenando contro i suoi oppositori interni, molto simile a quella vissuta in primavera dopo l'invasione dell'Ucraina e lo scoppio della guerra. Alle proteste si aggiunge anche la fuga dal paese, che ha visto esauriti in poche ore i biglietti aerei in vendita per le poche rotte disponibili dall'aeroporto di Mosca.  Per capire di più su ciò che sta avvenendo abbiamo sentito il professor Giovanni Savino, che ha insegnato Storia Contemporanea all'Università di Mosca.

Professore l'annuncio di Putin sul nuovo reclutamento per l'esercito cosa sta producendo?

Si prevede il richiamo alle armi di 300 mila uomini, tra quelli che hanno svolto il servizio militare o tra quelli che sono stati volontari nell'esercito, dovrebbero essere esclusi gli "inesperti" cioè quelli che non hanno mai imbracciato un'arma, ma le cose non stanno andando esattamente così. Sebbene sia stato Putin ad annunciare il provvedimento, sono i singoli Stati della Federazione che devono garantire delle quote di arruolamento all'esercito, e le notizie che arrivano sono che in tanti che non hanno alcuna esperienza militare hanno ricevuto la cartolina di arruolamento. Le proteste più significative a mio parere sono quelle in Daghestan, uno degli Stati più poveri della Federazione Russa, dove ci sono stati anche blocchi stradali contro la "mobilitazione parziale" come è stata chiamata. Addirittura a Grozny, in Cecenia, roccaforte di Putin, mi arrivano notizie di un gruppo di donne che ha provato a manifestare contro l'arruolamento.

È un provvedimento che cambia il rapporto tra Putin e il popolo russo?

Lo cambia perché coinvolge i russi direttamente in guerra, una eventualità che era considerata remota dall'opinione pubblica russa che fino ad oggi vedeva il conflitto in Ucraina come una questione per specialisti e militari. Si era detto che gli studenti non avrebbero preso parte al reclutamento, ma ci sono casi di studenti richiamati alle armi. Addirittura nella giornata di ieri quando ci sono stati i primi fermi durante le proteste, ad alcuni giovani portati in commissariato è stata consegnata la cartolina per l'arruolamento. Una situazione paradossale. Non credo che queste vicende cambino immediatamente la politica interna in Russia, bisognerà aspettare, ma di certo non è detto che tutti quelli che stanno partendo ora in guerra ritornino vivi. E questo in futuro potrà cambiare molto gli equilibri se avrà un effetto sulla coscienza dei russi.

Ma reclutare persone che non vogliono andare in guerra o persone inesperte non rischia di indebolire la capacità militare di Putin?

L'addestramento dovrebbe durare 15 giorni, prima di essere mandati al fronte, il rischio è che non riescano ad addestrarli in tempo e questo manderebbe personale militare inesperto al fronte ucraino. Il rischio che possano essere solo una massa di manovra è molto alto. Io continuo a pensare che in questa situazione Putin possa usare armi atomiche a corto raggio, ma penso anche che se il conflitto assumerà nuovi rovesci che coinvolgono anche i riservisti le proteste potrebbero diventare ancora più dure.

La politica russa come sta reagendo?

Molti parlamentari in età arruolabile ieri hanno dichiarato che se chiamati non andranno in guerra perché hanno cose più importanti da fare, e oggi il canale ufficiale Telegram del presidente della Duma Vajaceslav Volodin ha chiarito che se chiamati alle armi i parlamentari non potranno sottrarsi. C'è un episodio che ha fatto molto discutere, è stato fatto uno scherzo telefonico al figlio del portavoce di Putin, Dimitry Peskov. Suo figlio Nikolay è stato chiamato al telefono da finti funzionari dell'esercito che gli comunicavano che doveva arruolarsi, lui ha risposto: "Non sapete chi sono io, risolverò questa questione in altro modo". I canali social degli oppositori hanno diffuso ovunque questa registrazione. Esiste un tema nuovo, quello della disparità di trattamento davanti alla guerra.

È questa la caratteristica di queste manifestazioni di protesta? I privilegi e la diseguaglianza?

Questo fattore, quello della disparità sociale è una novità politica e sta caratterizzando le proteste. Se chi parte ora per la guerra tornerà in una bara allora le cose potrebbero precipitare. Io resto dell'idea che ci vorrà del tempo, anche per la feroce repressione che Putin sta già mettendo in campo, ma ci sono delle contraddizioni e delle crepe. Putin aveva garantito al popolo russo stabilità e oggi non è più così. La verità è che quando entri in guerra sai come ne entri ma non sai come ne esci.

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