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Proteste in Iran dopo la morte di Mahsa Amini

Proteste in Iran, uccisi tre bambini tra i 10 e i 14 anni: colpiti da raffica di proiettili

Mentre continuano in Iran le proteste dopo la morte di Mahsa Amini, cresce il numero delle vittime: tra di loro almeno 57 minori. Gli ultimi tre, colpiti da una raffica di proiettili nella provincia del Khuzestan, avevano tra i 10 e i 14 anni.
A cura di Ida Artiaco
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Cresce il numero delle vittime minorenni dell'onda proteste in Iran, scoppiate ormai più di due mesi fa dopo la morte di Mahsa Amini, la 22enne deceduta dopo essere stata arrestata dalla polizia morale del Paese perché non indossava bene il velo.

Mentre continuano le manifestazioni di piazza, si contano migliaia di cittadini arrestati e centinaia di quelli uccisi. Tra le ultime vittime, come denuncia Iran Human Rights, tre giovanissimi, raggiunti da colpi di arma da fuoco ad Izeh, nella provincia del Khuzestan: si tratta di Kian Pirfalak, 10 anni, Artin Rahmani, 14 anni, e il coetaneo Sepehr Maghsoudi.

I funzionari iraniani hanno affermato che i bambini sono stati uccisi da "terroristi", ma al funerale di Pirfalak, che si è svolto nei giorni scorsi, la madre del ragazzo ha rischiato la prigione contestando direttamente la versione ufficiale, sostenendo invece che suo figlio è stato ucciso mentre le forze di sicurezza hanno sparato proiettili contro la loro auto di passaggio nella zona in cui si stava svolgendo una protesta.

Al momento, secondo i numeri di Iran Human Rights, sono 381 i manifestanti uccisi, tra cui 57 bambini, e più di 16.000 arrestati. La repressione delle proteste si fa sempre più dura. Soprattutto in alcune province, come Khuzestan, Kurdistan, Sistan e Baluchestan, i manifestanti vengono fermati dalle forze dell'ordine con colpi di arma da fuoco e gas lacrimogeni.

Intanto, nei giorni scorsi sono continuate le manifestazioni in più di 30 città, con i commercianti hanno chiuso i loro negozi, compresi i centri commerciali di Teheran, Mashhad, Isfahan e Shiraz.

"Le proteste di piazza e gli scioperi dei mercanti simultanei negli ultimi tre giorni sono stati un'importante dimostrazione di solidarietà tra i diversi settori della società iraniana", ha affermato Hadi Ghaemi, direttore esecutivo del Centro per i diritti umani in Iran. "Lo Stato sta pagando un prezzo alto mentre continua a lottare per reprimere il movimento del popolo per la libertà e la giustizia", hanno affermato.

Per discutere della situazione nel Paese, il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite terrà una sessione speciale a Ginevra il 24 novembre, alla quale il CHRI parteciperà per sostenere l'istituzione di un meccanismo indipendente per indagare e ritenere la Repubblica islamica responsabile per le continue violazioni dei diritti umani.

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