Proteste in Iran, rapper curdo di 24 anni tra i 12 nuovi condannati a morte: “Esecuzione imminente”
Continuano le proteste in Iran contro il regime degli Ayatollah, insieme al pugno duro delle forze di sicurezza contro i manifestanti. Sono infatti altri 12 coloro che sono stati condannati a morte per aver preso parte alle rivolte scoppiate in tutto il Paese a seguito della morte della 22enne Mahsa Amini.
Tra di loro, comparirebbe anche il rapper curdo Saman Seydi Yasin, 24 anni, reo di essere un "nemico di Dio", come riporta Iran Human Rights. Un'altra ong ha fatto sapere che il ragazzo è stato trasferito dalla prigione di Evin a Teheran a quella di Rajaeishahr a Karaj, suscitando timori che la sua condanna a morte sia stata confermata e che le autorità si stiano preparando a giustiziarlo in maniera "imminente".
Yasin avrebbe sparato con un pistola in aria durante una dimostrazione e avrebbe sostenuto le proteste attraverso messaggi sui social media mentre nelle sue canzoni sono contenute critiche contro le autorità della Repubblica islamica.
Finora sono stati giustiziati due giovani: Mohsen Shekari è stato impiccato l'8 dicembre, mentre Majidreza Rahnavard il 12. Entrambi di 23 anni, sono stati giustiziati con l'accusa di "moharebeh", "inimicizia contro Dio", secondo la sharia islamica iraniana.
Secondo Amnesty International, tra coloro che rischiano l'impiccagione pubblica ci sarebbero anche tre minorenni. Le autorità iraniane usano la pena di morte, al termine di "processi farsa", come mezzo di repressione politica per instillare la paura tra i manifestanti e mettere fine alle proteste, come hanno spiegato le associazioni presenti sul territorio.
Intanto, le Guardie Rivoluzionarie iraniane hanno fatto sapere, tramite un comunicato, di aver arrestato anche alcuni membri di media occidentali che avevano ripreso video e immagini di "diverse situazioni" nel Paese e li avevano inviati alle loro redazioni.
Le persone arrestate, che si trovano a Pardis, una città a est di Teheran, avevano il sostegno finanziario e di intelligence dei media occidentali, si legge nella nota, citata dall'IRNA.