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Proteste in Iran dopo la morte di Mahsa Amini

Proteste in Iran, Amnesty denuncia: “Polizia spara sui manifestanti disarmati, 10 morti, anche bimbi”

Secondo Amnesty Iran, le forze di sicurezza oggi avrebbero esploso proiettili veri contro i manifestanti disarmati a Khash, nella provincia di Sistan e Baluchestan, uccidendo 10 persone, tra cui bambini: “Preoccupati per ulteriori spargimenti di sangue”.
A cura di Ida Artiaco
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Continuano le proteste in Iran dopo la morte della 22enne Mahsa Amini, avvenuta lo scorso 6 settembre a Teheran durante un arresto scattato perché non portava il velo in modo corretto.

Amnesty Iran, in particolare, ha denunciato nelle scorse ore, con tanto di video, e dopo aver sentito alcuni testimoni, che a Khash, nella provincia di Sistan e Baluchestan le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco sui manifestanti intorno alle 2 del pomeriggio ora locale, provocando la morte di almeno 10 persone, tra cui anche bambini. Molti anche i feriti.

Gli agenti avrebbero esploso una serie di proiettili veri dal tetto dell'edificio del governatore e da altri edifici vicini "su manifestanti pacifici. Siamo seriamente preoccupati per ulteriori spargimenti di sangue oltre a interruzioni di Internet e segnalazioni di autorità che hanno portato più forze di sicurezza a Khash da Zahedan", si legge nella nota di Amnesty.

L'Organizzazione ha anche chiesto che "le autorità iraniane arginino immediatamente le forze di sicurezza. Gli Stati membri delle Nazioni Unite devono immediatamente sollevare preoccupazione con gli ambasciatori iraniani e sostenere l'istituzione di un meccanismo investigativo indipendente da parte del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite".

Secondo quanto riportato dall'organizzazione Campagna degli attivisti beluci (Bac), che ha sede a Londra, "le persone avevano iniziato una protesta pacifica davanti alla sede del governo statale, che è subito diventata violenta quando le forze militari hanno iniziato a sparare sulla gente".

La provincia del Sistan e Baluchistan è abitata per lo più da beluci sunniti, nell'Iran a maggioranza sciita, che denunciano da tempo discriminazioni etniche e religiose, accusando Teheran di non occuparsi della loro regione, una delle più povere del Paese.

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