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Proteste in Georgia dopo il voto sulla “legge russa”, manifestanti sfondano barriere del Parlamento

Migliaia di persone sono da giorni davanti al Parlamento di Tbilisi, in Georgia, dove oggi è stata approvata la legge sugli “agenti stranieri” che rischia di portare alla repressione di ong, media e oppositori politici. I manifestanti hanno cercato di entrare nell’edificio, senza riuscirci. Dopo il voto, la protesta della piazza continua.
A cura di Luca Pons
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Giornata di tensioni a Tbilisi, in Georgia, dove il Parlamento ha approvato una norma sugli "agenti stranieri" che secondo i critici limiterà fortemente la libertà di espressione e il dissenso politico nel Paese. La legge è molto simile a una norma adottata in Russia dal governo di Vladimir Putin, che ha avuto proprio questo effetto. Prima e dopo la votazione finale, che è stata anticipata da tafferugli nel Parlamento (non per la prima volta) e ha visto 84 parlamentari votare a favore e 30 contrari, le proteste di piazza che andavano avanti da giorni hanno raggiunto un picco.

Ci sono stati  scontri tra migliaia di manifestanti e le forze di polizia, che difendevano la sede della Camera dei deputati. Attorno all'edificio erano state installate delle vere e proprie barriere d'acciaio, che alcuni dei presenti hanno sfondato utilizzando sbarre d'acciaio e piedi di porco. Subito dopo, la folla è stata momentaneamente dispersa e le barriere sono state richiuse.

Con il passare delle ore la polizia ha lentamente abbandonato lo spazio davanti al Parlamento, che è quindi stato occupato di nuovo dai manifestanti. Passato il momento del voto, quindi, si è allentata la vigilanza delle forze armate sul palazzo del Parlamento. La piazza resta comunque occupata da migliaia di persone che protestano, con molte bandiere della Georgia e dell'Unione europea.

La legge sugli "agenti stranieri" obbligherebbe le ong e anche i media a registrarsi come "organizzazioni che servono gli interessi di una potenza straniera", nel caso in cui più del 20% dei loro finanziamenti vengano da Stati esteri. La norma si presta quindi a reprimere tutti coloro che non sono finanziati dallo Stato, come le organizzazioni internazionali, i giornali stranieri e non solo. La stessa cosa è avvenuta in Russia dopo l'approvazione di un testo simile nel 2012.

Oggi l'Unione europea ha ribadito la sua posizione contraria: è una legge "molto pericolosa per le ambizioni europee della Georgia. Le attese della Ue sono molto chiare: l'adozione di questa legge è un ostacolo grave nel percorso della Georgia per l'ingresso in Unione europea, ma discuteremo delle conseguenze dopo l'eventuale approvazione", aveva dichiarato questa mattina il portavoce del Servizio di Azione Esterna dell'Ue Peter Stano. L'ammissione all'Ue è stata richiesta dalla Georgia nel 2022, e da dicembre dello scorso anno era considerata ufficialmente un Paese candidato. Dopo il voto, il presidente della Lituania Gitanas Nauseda ha espresso la sua solidarietà al popolo georgiano: "Nessuno ha il diritto di portarvi via il vostro sogno europeo", ha scritto sui social.

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