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Proteste contro il turismo di massa a Barcellona: “Affitti ai residenti limitati, il problema va risolto”

Davide Centonze, 52enne bolognese, da 10 anni vive e lavora come guida turistica a Barcellona, una città per cui prova un amore incondizionato. A Fanpage.it ha raccontato i motivi delle recenti proteste contro il turismo di massa e da cosa sono nate. “C’è da lavorare sulla riduzione degli affitti e sull’aumento degli stipendi di chi lavora in questo settore”, ha spiegato.
A cura di Eleonora Panseri
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A sinistra, i manifestanti durante le proteste a Barcellona; a destra, Davide Centonze, 52 anni.
A sinistra, i manifestanti durante le proteste a Barcellona; a destra, Davide Centonze, 52 anni.

"Sono anni che questo problema del turismo di massa affligge numerose città in tutta Europa e, in particolar modo, in Spagna, con le compagnie aeree che hanno fatto promozioni e voli low cost che hanno invogliato i turisti a venire qui. Ed è normale che le persone arrivando in città debbano cercare un alloggio. Il problema però è che grandi gruppi finanziari stanno comprando interi palazzi e affittano solo ai turisti, limitando così l'accesso della ricerca di affitto del residente".

A parlare è Davide Centonze, 52enne bolognese che da 10 anni vive a Barcellona, una città per cui prova un amore incondizionato. A Fanpage.it ha raccontato i motivi delle recenti proteste contro il turismo di massa e da cosa sono nate.

Alcuni giorni fa, sabato 6 luglio, migliaia di residenti sono scesi in piazza per protestare contro un tipo di turismo che molti di loro considerano dannoso, nonostante sia un settore fiorente e tra le principali fonti di guadagno di Barcellona. Un settore in cui lo stesso Davide lavora come guida turistica local in italiano e spagnolo.

"Ho impiegato un anno per trovare casa qui a Barcellona, perché bisogna dare tante garanzie e gli affittuari temono che una persona possa essere insolvente. Ed è logico che sia più comodo affittare al turista tramite agenzie perché paga in anticipo, sta 10 giorni e poi se ne va. Alla fine dei conti il gioco è questo nelle grandi città", ci spiega Davide.

"Il sindaco Jaume Collboni ha dichiarato che entro il 2028 cancellerà oltre 10mila licenze turistiche. – prosegue – Si tratta di un piccolo passo, anche se non la madre di tutte le soluzioni, verso quello che aveva già iniziato a fare la precedente sindaca bloccando le licenze nel 2017. Diciamo che c'è molto di più da fare, il turismo di massa esiste ed esisterà sempre perché le città come Barcellona vivono anche di questo".

Della manifestazione contro il turismo di massa di pochi giorni fa si è parlato molto, non solo per il problema che questa ha portato alla luce, ma anche per i comportamenti di alcuni manifestanti. "Ha avuto una deriva. – osserva Davide – I manifestanti erano 3mila in tutto e alcuni, muniti di pistole ad acqua, hanno bagnato i turisti, bloccato l'uscita di alcuni hotel e in certi casi è dovuta intervenire anche la polizia".

Manifestanti a Barcellona
Manifestanti a Barcellona

"Aggredire il turista, che non è il problema, è stato veramente indegno e inqualificabile, come guide turistiche siamo tutti d'accordo con questo gesto che non era in linea con quello che era il programma della manifestazione. C'è da lavorare sulla riduzione degli affitti, sull'aumento degli stipendi di chi lavora in questo settore e sul dare regole più certe nella ricerca degli alloggi", commenta.

Davide precisa che come guida cerca "di essere responsabile e di portare i turisti nella bottega dell'artigiano o nel ristorante tipico, non nella grande catena industriale. Ognuno deve fare il proprio, non è bello veder scritto sui muri: ‘Turists, go home!' ("Turisti, andate a casa!", ndr), perché questa città vive per il 60% di turismo. Io ero qui durante la pandemia e veder chiudere molti negozi locali è stato davvero un colpo al cuore".

E a quel punto che, spiega, sono arrivate le grandi catene che hanno comprato locali, dove sono stati aperti negozi più turistici. "Se il residente inizia a trovare nel suo quartiere solo ristoranti per turisti, con prezzi inaccessibili, e perde la sua taverna, il suo piccolo bar, il punto di riferimento, è ovvio che non riesce più a vivere la città e comincia a desiderare che i turisti se ne vadano a casa. È un sentimento che io capisco".

Manifestanti contro il turismo di massa a Barcellona
Manifestanti contro il turismo di massa a Barcellona

"La mia storia inizia nel 2015, quando venivo spesso a Barcellona e tutti i miei amici mi chiedevano consigli su cosa fare, dove mangiare e tutti tornavano a casa contenti. Da qui ho deciso di creare un profilo specifico sui monumenti e sulle cose particolari della città", racconta ancora Davide.

In questi 10 anni, secondo lui, il turismo è migliorato: "Chi mi contatta, tutte persone dai 35 anni in su, vuole davvero scoprire la città, ma ovviamente ci sono anche gruppi che vengono qui a fare la classica vacanza discoteca-mare, come ho fatto anche io in passato. Il turismo dei più giovani, invece, è tendenzialmente peggiorato ed è diventato un po' molesto per i cittadini".

Davide Centonze, 55 anni, guida turistica italiana a Barcellona.
Davide Centonze, 55 anni, guida turistica italiana a Barcellona.

"Fanno le fiestas, girano per le strade urlando e tanti locali mettono cartelli fuori dai palazzi con scritto: ‘Rispettate il vicinato'. Credo però che sia impossibile targettizzare un ‘turista di qualità' perché una persona che decide di venire a Barcellona può andare anche a Londra o Parigi o Berlino e comportarsi nello stesso modo, se glielo consentono. Se ti permettono di andare in spiaggia, bere e fare casino, quello è un problema dell'amministrazione o di chi dovrebbe controllare".

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