Prosegue la rivolta anti-Usa per il film su Maometto. Proteste in tutto l’Islam [DIRETTA]
17.57- Giulio Terzi, Ministro degli Esteri: "Attivate tutte le misure di protezione per gli italiani". «La Farnesina ha avviato tutte le misure necessarie per la protezione sia del personale diplomatico che delle comunità italiane» nei Paesi coinvolti in cui si sono verificati i recenti incidenti e scontri legati alle proteste contro un film considerato offensivo verso l'Islam. Lo ha detto il titolare della Farnesina a margine di un suo intervento oggi alla manifestazione Atreju-la Festa di Giovane Italia a Roma.
17.53 – Giunge notizia che anche la Nigeria è teatro delle accese proteste contro il film su Maometto. Secondo AFP, l'esercito dello stato africano ha aperto il fuoco per disperdere una folla di manifestanti nella città di Jos.
17.50 – SVENTATO ATTENTATO ALL'AMBASCIATA DI TUNISI – Il sito Tunisie Numerique riferisce che gli uomini del nucleo anti-terrorismo locale hanno bloccato un uomo che stava collocando un ordigno esplosivo dentro il compound dell'ambasciata americana di Tunisi. L'ordigno era confezionato con una bombola di gas.
17.45- Confermato l'assalto nella scuola americana di Tunisi. Si tratta dell‘American Cooperative School of Tunis, che si trova nella municipalità di L'Aouina (nell'area della Grand Tunis). E' la scuola presa d'assalto e data alle fiamme da manifestanti, come scrive l'Ansa. L'Aouina si trova a pochissima distanza dall'ambasciata americana, da ore assediata da manifestanti.
17.40 – EVACUATA L'UNIVERSITA' DI AUSTIN (TEXAS) PER ALLARME BOMBA AL QAEDA. La BBC riferisce di una telefonata anonima in cui si segnalava la presenza di bombe nel campus dell'università di Austin, in Texas. L'autore della chiamata si è presentato come un membro di Al Qaeda. Successivamente anche l'università Nord Dakota è stata evacuata per un allarme analogo. Lo riporta l'Nbc, descrivendo una chiamata di un uomo con accento mediorientale.
17.35 – L'escalation di proteste e violenze anti-occidentali coinvolge anche una scuola americana a Tunisi che, secondo alcuni testimoni, sarebbe stata bersagliata di spari. Nel frattempo, sui tetti e su alcune terrazze degli edifici dell'ambasciata americana nella capitale della Tunisia hanno preso posizione dei uomini in divisa, forse dei marines che garantiscono la sicurezza di tutte le sedi diplomatiche a stelle e strisce all'estero. Indossano caschi, giubbetti anti-proiettile e hanno in mano fucili.
17.28 – Proteste anche in Marocco. A Salè, vicino Rabat, duecento salafiti hanno manifestato contro il film che denigra la figura del Profeta mussulmano. Nel corso della manifestazione, organizzata dopo la preghiera del venerdì, sono state date alle fiamme bandiere americane e scanditi slogan contro gli Stati Uniti
17.25 – I manifestanti che hanno assaltato l'ambasciata Usa di Tunisi hanno appiccato le fiamme, secondo testimoni, ad una quindicina di vetture nel parcheggio interno al compoud. Le auto erano di proprietà del personale diplomatico ed amministrativo.
17.16 – Evacuati i diplomatici americani dell'ambasciata di Tunisi – "Con grande difficoltà", riferisce la televisione Al Jazeera, sono stati tratti in salvo i rappresentanti USA dalla sede diplomatica della capitale tunisina, dopo che un'alta colonna di fumo nero si è innalzata vicino al perimetro esterno della struttura. In questo momento, alcuni manifestanti sono nel parcheggio dell'ambasciata e le forze dell'ordine stanno cercando di respingerli.
17.08 – Decine di ferite negli scontri in Egitto. E' di 11 feriti il bilancio degli scontri avvenuti oggi al Cairo, dove si è tenuta una manifestazione di protesta contro il film blasfemo su Maometto prodotto dagli Usa. Secondo quanto riferisce il direttore dell'ospedale Al-Munira, la situazione sarebbe più seria: le proteste vicino a piazza Tahrir, hanno fatto un totale di 33 iferiti dall'inizio, di cui due sono in gravi condizioni.
16.50 – MANIFESTANTI ENTRANO IN AMBASCIATA USA IN SUDAN. Sembra che le persone che stanno manifestano contro il film su Maometto in questo momento davanti al consolato USA in Sudan,a Khartoum, siano diecimila. Un gruppo di persone è riuscito anche ad entrare nella sede diplomatica; testimoni hanno riferito di aver udito colpi d'arma da fuoco. Negli scontri tra dimostranti e polizia sarebbero state uccise tre persone, riferisce la Reuters.
16.48 – Un centinaio di manifestanti islamici protestano davanti all'ambasciata Usa a Londra.
16.40 – Borghezio: "Il film su Maometto andrebbe proiettato nell'Europarlamento". Sempre molto discutibili le dichiarazioni del leghista ed eurodeputato, Mario Borghezio. «Il film americano sull'Islam sarebbe da proiettare al Parlamento Europeo perchè bisogna fargliela capire. Se c'è la denuncia del fanatismo islamico va bene, se c'è un gratuito oltraggio a una religione non mi va più bene. Lo vedo, e poi decido se promuoverlo a Bruxelles. Se contiene una gratuita profanazione di un sentimento religioso non va più bene», ha detto Borghezio in un'intervista a La Zanzara su Radio24.
16.35 – Ucciso un manifestante in Sudan. La televisione satellitare al-Arabiya riferisce di un dimostrante ucciso dalla polizia a Karthoum, davanti all'ambasciata americana, dove sono in corso gli scontri tra forze dell'ordine e una folla di manifestanti per il film su Maometto. La stessa tv ha annunciato che un suo cameraman è stato colpito da una pallottola sparata dai militari.
16.30 – Migliaia di manifestanti in piazza a Teheran. L'agenzia Fars riferisce che migliaia di dimostranti sono scesi in strada nella capitale dell'Iran per chieder agli Stati Uniti di «presentare ufficialmente le scuse a tutti i musulmani nel mondo e di punire gli autori del film». Secondo quanto riferisce l'agenzia di stampa', i manifestanti hanno bruciato la bandiera americana di fronte alla sede centrale dell'Università di Teheran situata in via Enqelab, gridando lo slogan "Marg bar Amrica" (Morte all'America).
16.20 – Parla il produttore della discussa pellicola su Maometto: "Non ho nessun rimorso per quello che ho fatto. Sono addolorato per la morte dell'ambasciatore americano, ma non mi pento di averlo fatto". Così il sedicente produttore de L'Innocenza dei Mussulmani, in cui il Profeto islamico viene rappresentato come un impostore e donnaiolo, ha commentato l'ondata di proteste scatenate dalla pellicola oggi in tutto l'Islam e che in Libia hanno portato alla morte dell'ambasciatore Chris Stevens e di altri tre funzionari. L'uomo ha detto alla radio americana in arabo di chiamarsi Nakoula Basseley Nakoula e di essere un copto di 55 anni che vive in California.
15.58 – Lunghi cortei di proteste anche in diverse città del Pakistan. A Islamabad, a Lahore e a Peshawar in migliaia dicono "no" al film sulla vita di Maometto. Nella capitale, non sono mancati gli scontri della polizia con i manifestanti, mentre questi ultimi cercavano di raggiungere l'ambasciata Usa.
15.50 – Neanche Tunisi scampa alla rabbia islamica contro l'Occidente. La polizia è stata costretta a sparare gas lacrimogeni per disperdere i circa 300 dimostranti che bruciavano bandiere americane fuori dall'ambasciata Usa nella capitale del Paese e una persona è rimasta ferita.
15.36 – L'ira degli attori del film su Maometto. Oltre ad essere sottopagati, ora siamo anche a rischio di ripercussioni e vendette. Questa la protesta degli attori di L'innocenza dei musulmani, che sta scatenando proteste violenze in tutto il mondo arabo. «Mai, per nulla al mondo, mi sarei fatta coinvolgere in un'azione tanto offensiva nei confronti di una qualsiasi religione», ha dichiarato a condizione di anonimato una delle comparse del film, intervistata dalla tv satellitare al-Arabiya. Gli attori lamentano anche di essere stati pagati meno delle aspettative: l'attrice mostra infatti un assegno recante somma 100 dollari ricevuto per un'intera giornata di riprese. E' andata peggio a un suo collega, con appena 75 dollari, molto sotto la media degli ingaggi a Los Angeles.
15.32 -A Dacca (Bangladesh) circa diecimila manifestanti hanno bruciato bandiere USA e israeliane ed hanno tentato di fare irruzione nell'ambasciata degli Stati Uniti, per protestare contro l'ormai famigerato film. La polizia fronteggia le proteste con gli idranti. Lo scrive l'Ansa.
15.25 – Massima allerta anche negli Stati Uniti. "Il rischio di violenza potrebbe aumentare sia in casa che fuori con il film che continua ad attirare attenzione avvertono l'Fbi e il Dipartimento della Sicurezza Nazionale invitando le organizzazioni religiose a riportare prontamente attività sospette", riporta l'Abc.
15.22 – Proteste contro il film anti-islamico di fronte all'ambasciata americana ad Amman. Un centinaio di dimostranti hanno chiesto la «fine dell'occupazione americana» della regione e l'espulsione dell'ambasciatore Usa in Giordania. «Ascolta Obama, noi siamo tutti Osama», hanno gridato inneggiando alla jihad contro chi insulta il profeta Maometto
15.10 – Un morto e 25 feriti nel nord del Libano durante scontri tra forze dell'ordine e manifestanti che protestavano per il film giudicato offensivo dell'Islam. A Tripoli (seconda città del Paese) si segnala ancora il rogo del fast food KFC. Lo riferisce la tv libanese Lbc.
14.58 Illeso lo staff dell'ambasciata tedesca – Tutto lo staff dell'ambasciata tedesca a Khartoum è illeso dopo l'irruzione della folla di manifestanti nella rappresentanza diplomatica. Lo ha reso noto il ministero degli Esteri tedesco.
Non si placano le proteste nei paesi islamici contro il controverso, "blasfemo" film sulla vita di Maometto. E' di pochi minuti fa la notizia che alcuni manifestanti hanno preso d'assalto le ambasciata di Regno Unito e Germania a Khartoum. Alcuni testimoni riferiscono che un gruppo di persone avrebbe fatto irruzione nella sede diplomatica tedesca: una volta sfondato il cordone di sicurezza, la folla ha ammainato la bandiera tedesca e al suo posto ha issato un stendardo con simbolo islamico. Come scrive anche Adnkronos, i manifestanti hanno appiccato un incendio all'interno del compound dell'ambasciata tedesca. Le immagini di al-Jazeera sono inequivocabili: mostrano le fiamme a ridosso della sede diplomatica, con una colonna di denso fumo nero che la avvolge. E il pensiero va subito alla terribile morte dell'ambasciatore USA in Libia, Chris Stevens, e di altri tre cittadini statunitensi, soffocati dall'incendio appiccato nel consolato a stelle e strisce a Bengasi. Negli stessi istanti, sempre nella capitale del Sudan, la polizia ha fatto fatica a contenere un folla che protestava minacciosamente davanti all'ambasciata di Gran Bretagna.
Non è tutto. Anche in Yemen è altissima la tensione, con migliaia di manifestanti in corteo. Stessa situazione in Libano dove alcune centinaia di persone hanno dato fuoco a un locale della catena di ristorazione americana Kentucky Fried Chicken (Kfc) di Tripoli. Al Cairo, invece, si segnalano una fitta sassaiola tra manifestanti e forze dell'ordine di fronte all'ambasciata americana.