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Professore afgano strappa la laurea in diretta tv: “A che serve se mia sorella non può studiare”

“Da quando ci sono i Talebani, l’Afghanistan non è più un posto dove ci si può istruire” ha dichiarato il docente accusando apertamente, a suo forte rischio, il regime che si è di nuovo imposto nel Paese.
A cura di Antonio Palma
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Questi non mi servono più. Se mia sorella e mia madre non possono studiare mi rifiuto di accettare questo sistema”, con questa frase un professore universitario afgano ha strappato la sua laurea in diretta tv come forma di protesta contro il regime talebano che ha escluso le donne da tutte le università e le scuole e sta pian piano chiudendo loro ogni via per affermarsi.

“Questo Paese non è un posto per l’educazione” ha dichiarato Ismail Meshal durante la trasmissione di Tolo News, l’emittente indipendente afgana, nella quale era intervenuto proprio per parlare del tema come insegnante dell’Università di Kabul.

"Da quando ci sono i Talebani, l’Afghanistan non è più un posto dove ci si può istruire" ha dichiarato il docente accusando apertamente, a suo forte rischio, il regime che si è di nuovo imposto nel Paese.

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Il video del suo clamoroso gesto di protesta è stato pubblicato sui social dall'attivista Shabam Nasimi ed è diventando in poco tempo virale con migliaia di visualizzazioni.

Il gesto del docente però è solo l'ultima di una serie di proteste nel mondo accademico e scolastico afgano dopo le nuove regole oscurantiste imposte dal regime talebano.

Ben 41 professori universitari ad esempio si sono dimessi dopo che il ministro dell’Istruzione Superiore Neda Mohammad Nadeem ha dato ordine di vietare alle afgane l’accesso agli atenei.

Molti studenti, invece, si sono rifiutati di tenere gli esami abbandonando le aule come dimostrano diversi video apparsi nei giorni scorsi sui social. Episodi che son andati in scena persino nella città roccaforte degli estremisti, Kandahar.

Tante le proteste anche delle ragazze direttamente interessate che hanno sfilato in strada davanti a scuole e università, incuranti delle minacce e della reazione della polizia.

Proteste che però per ora non hanno fermato il regime che anzi sta continuando a togliere spazio alle donne nel Paese per relegarle solo a stare in casa.

Quattro giorni dopo aver espulso le donne delle università, infatti il governo talebano ha vietato alle Ong che si trovani in Afghanistan di impiegare personale femminile.  Il ministero dell’Economia ha minacciato di revocare la licenza alle organizzazioni che non rispetteranno il bando.

Un fatto gravissimo che potrebbe portare al tracollo la situazione di un Paese già in ginocchio. "Senza le donne non può esserci assistenza sanitaria" ha affermato Medici senza frontiere ricordando che le pazienti non possono essere curate da operatori maschi.

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