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Polonia, profanato il monumento dedicato a Papa Wojtyla nell’anniversario della morte

Profanato il monumento dedicato a Papa Giovanni Paolo II a Lodz, in Polonia. Sul piedistallo è stato scritto “Maxima culpa”, titolo del libro che denuncia insabbiamenti di casi di pedofilia da parte di Wojtyla quando era arcivescovo di Cracovia.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Profanato il monumento dedicato a Giovanni Paolo II a Lodz, nel centro della Polonia, nell'anniversario della morte. Lo fanno sapere i media polacchi che spiegano che il monumento, è stato in parte imbrattato nella notte con della vernice rossa e gialla. Sul piedistallo è stato scritto in bianco "Maxima Culpa", titolo del libro pubblicato dal corrispondente olandese Ekke Overbeek nel quale si dichiara che Wojtyla, nelle vesti di arcivescovo di Cracovia, avrebbe coperto preti pedofili della sua diocesi.

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Nella giornata odierna, 2 aprile 2023, ricorre il 18esimo anniversario della morte del pontefice polacco e in numerose città del Paese si stanno svolgendo le cosiddette "marce papali". I fedeli sono scesi in strada anche per "difendere" la reputazione dell'ex pontefice, accusato nel libro di aver coperto casi di pedofilia mentre era arcivescovo. La marcia è stata organizzata da associazioni cattoliche schierate apertamente con il governo e il partito nazionalista populista al governo.

Tra i partecipanti alla manifestazione, anche il ministro della Difesa polacco Mariusz Balszczak. "Come ogni uomo onesto difende i propri figli, così ogni polacco difende Giovanni Paolo II – ha affermato -. Supportiamo la verità contro menzogne, calunnie e insulti".

Indagini in corso

Sono in corso le indagini per individuare i responsabili. Poco prima delle 7 di questa mattina, i fedeli che si stavano recando a messa nella cattedrale di Lodz hanno fatto la scoperta. Le forze dell'ordine hanno prelevato campioni di vernice dal monumento e hanno fatto i calchi dei segni delle scarpe lasciati dai responsabili sul piedistallo. Sotto la lente di controllo anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza. Secondo i primi accertamenti, però, al momento del fatto le telecamere erano puntate sull'ingresso della cattedrale e non riprendevano il monumento.

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