Prof decapitato, al via il processo per l’omicidio di Samuel Paty: tra gli imputati il papà di un’alunna
Otto adulti accusati di associazione con gruppo terroristico criminale con il rischio fino a 30 anni di carcere. Questo per essere presunti "mandanti" dell'assassino e aver alimentato la campagna d'odio contro Samuel Paty, il professore francese che è stato decapitato il 16 ottobre 2020, mentre usciva dalla scuola media di Conflans-Sainte-Honorine (periferia parigina) in cui insegnava.
Alcuni giorni prima, l'insegnante 47enne aveva mostrato due vignette di Maometto pubblicate sulla rivista Charlie Hebdo in classe agli alunni. Oggi, lunedì 4 novembre, gli otto imputati saranno di fronte alla Cour d'assises spéciale di Parigi.
Non ci sarà l'assassino, Abdoullakh Anzorov, allora 18enne, jihadista di origine cecena con asilo politico in Francia che si era fatto 100 chilometri di viaggio dalla Normandia solo per accoltellare e decapitare l'insegnante. Il ragazzo è stato ucciso dalla polizia subito dopo l'omicidio.
Chi sono gli imputati: Brahim Chnina
Tra gli accusati c'è Brahim Chnina, 52 anni, papà di un'alunna, all'epoca 13enne, di Paty. Quest'ultima raccontava che l'insegnante aveva imposto agli studenti di religione musulmana di allontanarsi dalla classe.
In realtà, però, l'insegnante aveva solo detto loro che potevano allontanarsi nel caso in cui si fossero sentiti offesi dalle immagini, riprodotte durante una lezione di educazione morale e civica. Tra l'altro, la ragazza neanche era in classe quel giorno. Tutto questo, spiega Le Parisien, perché la giovane voleva camuffare il fatto di essere stata sospesa da scuola per cattiva condotta.
Eppure, Chnina ha fatto partire una campagna mediatica di odio contro Paty, alimentando la versione della figlia. Inoltre, stando alle ricostruzioni dei pm, Chnina ha diffuso anche un video online in cui attaccava il professore di Storia e Geografia, identificandolo in tutto e per tutto, ed era in contatto con Anzorov.
La figlia di Chnina e altri cinque adolescenti, ex studenti dell'istituto, sono stati processati a inizio dicembre 2023 presso il tribunale dei minori con condanne dai 14 mesi fino ai due anni per "accuse calunniose e false". Uno di loro aveva fornito ad Anzorov il percorso che faceva Paty dall'uscita della scuola fino a casa, reclutando studenti per monitorarlo nei suoi movimenti.
Il militante islamista radicale Abdelhakim Sefrioui
Altro imputato di peso è Abdelhakim Sefrioui, 65 anni, militante islamista schedato “S” dai servizi segreti francesi per la sua vicinanza tra le fazioni islamiste più radicali, anche lui accusato di aver contribuito alla preparazione di un video con "informazioni false e distorte volte a suscitare odio" verso Paty, definito un "insegnante delinquente".
Durante un interrogatorio, Sefrioui ha dichiarato che non avrebbe mai pubblicato il video se ci fosse stato anche solo "un miliardesimo di possibilità" di provocare la morte dell'insegnante. E ha affermato che lui e Chnina reclamavano sanzioni disciplinari contro Paty.
Priscilla Mangel, attivista jihadista
Secondo l'accusa, Priscilla Mangel, 30 anni e attiva nella sfera jihadista, avrebbe scambiato molti messaggi con Abdoullakh Anzorov nei giorni precedenti l'attentato. Per i magistrati, lei avrebbe dato una mano "alla preparazione" dell'attentato dell'assassino, a cui pare aver "presentato il corso di Samuel Paty come blasfemo", riferendosi anche "a una guerra delle istituzioni contro i musulmani".
Yusuf Cinar, Ismaïl Gamaev e Louqmane Ingar, in contatto con il terrorista via Snapchat
Yusuf Cinar, Ismaïl Gamaev e Louqmane Ingar sono accusati di aver dato supporto ideologico all'autore dell'omicidio. Yusuf Cinar, 22 anni, aveva un gruppo condiviso su Snapchat chiamato "Zbrr" con Anzorov, dove erano state condivise propaganda di stampa jihadista e la fotografia del corpo di Samuel Paty.
Secondo l'accusa, anche Ismaïl Gamaev, 22enne di origine cecena, e Louqmane Ingar avrebbero partecipato "attivamente" su altri gruppi creati su Snapchat, dentro cui circolavano messaggi a carattere jihadista e c'era supporto al piano di Anzorov.
Il Comune come parte civile
La città di Conflans-Saint-Honore è parte civile del processo. Il sindaco Laurent Brosse sottolinea che "per la stragrande maggioranza di noi, di tutte le generazioni, l'omicidio risuona come un attacco alla libertà, un attacco a ciascuno di noi, alla nostra società nel suo complesso, ai valori della nostra Repubblica, ai nostri diritti fondamentali”. Dal prossimo anno scolastico la scuola in cui Paty insegnava verrà rinominata "Samuel Paty".