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Preti pedofili, il Vaticano diffonde i numeri: 848 sacerdoti sospesi in 10 anni

Non era mai capitato che la Santa Sede rilasciasse dati tanto precisi sui provvedimenti. L’arcivescovo Tomasi, nel diffondere le cifre, ha ammesso che gli abusi sessuali a danni di bambini “possono essere considerati tortura”.
A cura di B. C.
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Entra sempre più nel vivo la missione della Commissione pontificia per la tutela dei minori, voluta da Papa Francesco, che, sotto il coordinamento dell’arcivescovo di Boston Sean O’Malley, nei giorni scorsi ha concluso la sua prima riunione di tre giorni a Città del Vaticano. Oggi, lo Stato Pontificio ha diffuso per la prima volta i dati sulle misure disciplinari adottate nei confronti di sacerdoti accusati di stupri e molestie sui bambini. Sono 848 i preti sospesi a divinis e 2.572 quelli cui sono state imposte "punizioni minori", nel corso dello scorso decennio. In precedenza erano sempre stati forniti numeri discordanti o semplicemente indiscrezioni a proposito dei provvedimenti presi dalla Chiesa nei confronti dei preti pedofili. A gennaio, ad esempio, Associated Press aveva parlato di "quattrocento sacerdoti ridotti allo stato laicale da Benedetto XVI tra il 2011 e il 2012 perché accusati di pedofilia".

“L’accusa alla Santa Sede che avrebbe ostacolato l’attuazione della giustizia – aveva affermato monsignor Silvano Maria Tomasi, osservatore vaticano presso l’Onu di Ginevra – mi sembra essere un po’ campata in aria: impedire il corso della giustizia, in qualsiasi Paese, a detrimento della sua legittima giurisdizione sarebbe un’interferenza indebita e ingiusta da parte di qualsiasi soggetto. La Santa Sede sostiene il diritto e il dovere di ogni Paese a perseguire ogni crimine contro i minori; quindi, non regge la critica per cui si cerca di interferire od ostacolare il corso della giustizia. Al contrario, si vuole, come Papa Francesco insiste, che ci sia trasparenza e che la giustizia abbia il suo corso”.

A riferire i numeri è stato lo stesso Tomasi durante il secondo giorno dell'udienza davanti alla commissione Onu che monitora l'applicazione della Convenzione contro la tortura. Per quanto questi numeri riguardino tutto il mondo, l'arcivescovo ha sottolineato che il trattato si applicherebbe soltanto all'interno dei confini di Città del Vaticano. Tomasi, inoltre, ha ammesso che gli abusi sessuali a danni di bambini "possono essere considerati tortura".

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