Preso il killer di Cecilia, abusata e uccisa nel suo viaggio attraverso l’America Latina
È stato arrestato ieri l'assassino di Cecilia Basaldúa, la 35enne abusata sessualmente e strangolata durante una delle tappe del suo viaggio. Il procuratore di Cosquín, Paula Kelm, ha ordinato ieri l'arresto di un uomo di 23 anni e lo ha accusato del femminicidio di Cecilia e di abuso sessuale. Secondo la stampa locale, lo stesso sospettato avrebbe confessato il fatto dopo che il corpo di Cecilia è stato trovato, sabato scorso, vicino alla discarica di Capilla del Monte, diciassette giorni dopo la scomparsa.
Quando è stata aggredita Cecilia si trovava a Cordoba, una delle tappe del suo lunghissimo viaggio iniziato quattro anni fa nei paesi dell'America Latina. La 35enne, infatti, stava coltivando il progetto di un libro reportage sui luoghi e le comunità latine rimasti incontaminati. Abituata a viaggiare da sola, anche in luoghi impervi, ha destato immediatamente preoccupazione nei suoi familiari quando ha fatto perdere le sua tracce. La ragazza era rimasta bloccata dal provvedimento restrittivo emanato contro l'emergenza coronavirus e ha cercato alloggio presso i residenti di Cordoba, prima di scomparire lasciando la macchina fotografica e l'indispensabile computer. Le ricerche sono iniziate immediatamente e quando il corpo è stato ritrovato, la Procura ha aperto un fascicolo per omicidio.
Secondo l'autopsia la ragazza sarebbe morta per asfissia, verosimilmente strangolata dopo che il suo aggressore aveva abusato di lei. Prima di essere uccisa, Cecilia scriveva su Facebook: "Non smettere di realizzare i tuoi sogni, che si tratti di viaggi o altro. Non inventare scuse per rimandare, perché la vita è oggi".