Premier portoghese indagato si dimette, ma i magistrati hanno sbagliato: era un altro Antonio Costa
Un classico caso di omonimia, degno di una commedia dell'assurdo, avrebbe fatto saltare il governo portoghese. Nonostante le semi-smentite del caso, la storia che riguarda Antonio Costa sembra sempre più surreale. Il premier portoghese si è dimesso la scorsa settimana, dopo che era stata diffusa la notizia di una indagine per corruzione a suo carico. Costa aveva annunciato in diretta televisiva che avrebbe lasciato l'incarico, poi ha rassegnato le sue dimissioni dicendo di avere fiducia nella giustizia ma dichiarandosi anche completamente estraneo ai fatti. Nei giorni successivi, il presidente della Repubblica Marcelo Rebelo de Sousa ha convocato i leader dei partiti e ha annunciato che avrebbe indetto le elezioni anticipate il prossimo 10 marzo 2024.
Peccato che, secondo vari indiscrezioni giornalistiche in parte confermate dalla Procura, non si trattasse del premier, ma del quasi omonimo ministro dello Sviluppo Economico: Antonio Costa Silva. Ieri Cnn Portugal ha spiegato che tutto si baserebbe su una intercettazione telefonica in cui Diogo Lacerda Machado, consulente e amico personale del premier, promette a un altro degli imprenditori inquisiti, Afonso Salema, di poter intercedere presso il ministro, facendo il suo nome. La persona che ha fisicamente trascritto l'intercettazione, però, avrebbe sbagliato persona.
Su questa intercettazione ruota buona parte dell'impianto accusatorio nei confronti dell'ormai ex premier. Si indaga per corruzione, abuso d'ufficio e traffico d'influenze legati a grossi investimenti nell'ambito della transizione energetica, in particolare nel business delle miniere di litio, l'idrogeno verde e la creazione di un grosso data center nella città di Sines. Secondo l'avvocato di Lacerda Machado, sarebbe l'unico riferimento a Costa in tutto il fascicolo. La versione della Procura, invece, è differente: i pubblici ministeri portoghesi hanno riconosciuto l'errore diffuso dai media, ma hanno anche negato che fosse stata fatta confusione tra i due personaggi, si sarebbe solo trattato di un banale errore di chi ha trascritto l'intercettazione telefonica. I pm hanno sostenuto di avere altre registrazioni, da quanto è trapelato finora, in cui gli intercettati farebbero il nome del primo ministro.