Porta il nipotino di 3 anni al molo, lo getta in acqua e lo osserva mentre annega: “Non lo conosco”
Ha portato il nipotino di 3 anni al molo, ha atteso che nessuno la guardasse poi lo avrebbe spinto in acqua e sarebbe rimasta ad osservarlo mentre il piccolo annaspava e annegava.
È la terribile sequenza di orrore che si consumata nei giorni scorsi a Chicago, in Usa, nelle acque del lago Michigan, e che è costata la vita al piccolo Josiah Brown.
Secondo le autorità locali, Josiah è stato spinto nel lago Michigan lunedì scorso da sua zia Victoria Moreno. Secondo l’accusa, la donna poi è rimasta a guardare mentre il minore affondava sott'acqua, dove i subacquei lo hanno recuperato solo diversi minuti dopo.
Il bimbo era ancora vivo quando è stato estratto dall’acqua e portato d’urgenza al Lurie Children's Hospital in condizioni molto critiche. Il piccolo ha lottato tra la vita e la morte in un letto d’ospedale per una settimana ma purtroppo non si è mai più ripreso ed è stato dichiarato morto ieri, domenica 25 settembre.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la 35enne Victoria Moreno è scappata dall'abitazione di famiglia a Des Plaines con il bimbo senza che nessuno se ne accorgesse.
Moreno "ha rubato le chiavi dell’auto della famiglia ed è sgattaiolata fuori dalla residenza senza che nessuno se ne accorgesse", hanno spiegato gli inquirenti. Solo quando l'altra zia non ha più sentito il piccolo e si è allarmata, si è scoperto che erano spariti.
La donna ha poi raggiunto la zona portuale dove avrebbe spinto il piccolo in acqua. Secondo i testimoni, la zia avrebbe controllato l'area circostante per vedere se qualcuno stesse guardando prima di spingere il minore in acqua, dove ha lottato a lungo per rimanere a galla. "Durante questi eventi l'imputata in nessun momento ha gridato aiuto, ha chiesto aiuto o ha cercato di aiutare lei stessa il piccolo", ha detto il procuratore.
Davanti alla polizia, arrivata dopo che i presenti hanno chiamato i servizi di emergenza, Moreno avrebbe fatto finta di non conoscere il bambino. La donna inizialmente ha detto agli agenti che era solo una testimone, poi ha affermato di aver tenuto il piccolo con la maglietta.
È stata arrestata sul posto e in tribunale il giudice le ha negato la libertà su cauzione nonostante la difesa abbia affermato che soffra di problemi di salute mentale.