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Polmoniti nei bambini, in Olanda numeri triplicati rispetto al picco dello scorso anno

Nella settimana compresa tra il 20 e il 26 novembre, il tasso di polmoniti tra i bambini e gli adolescenti della fascia 5-14 anni è risultato pari a 130 casi ogni 100 mila bambini; si tratta di un dato quasi triplo rispetto al picco dello scorso anno. Casi in aumento anche in Cina e Francia.
A cura di Davide Falcioni
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Dopo la Cina e la Francia anche nei Paesi Bassi si registra una crescita inconsueta di polmoniti nei bambini, con un numero di infezioni significativamente superiore anche rispetto al periodo pre-pandemico. Lo conferma l'ultimo rapporto sulle polmoniti del Netherlands Institute for Health Services Research (Nivel) da cui emerge che la fascia più colpita è quella tra i 5 e i 14 anni. Nella settimana compresa tra il 20 e il 26 novembre, il tasso di polmoniti tra i bambini e gli adolescenti di quell'età è risultato pari a 130 casi ogni 100 mila bambini; si tratta di un dato quasi triplo rispetto al picco dello scorso anno, quando sono stati registrati 58 per 100 mila bambini. Tassi sopra la media anche nella fascia 15-24 anni in cui sono stati registrati 38 casi per 100 mila, mentre nei bambini più piccoli (0-4 anni), anche se i casi sono in aumento, restano inferiori rispetto al periodo pre-Covid . Nell'ultimo mese nel Paese è stato registrato anche un aumento dei casi di pertosse che ha raggiunto livelli superiori agli ultimi tre anni.

I sintomi segnalati in Olanda, come anche in Cina e Francia, sono sempre gli stessi: spossatezza, febbre, tosse persistente e profonda. I primi elementi raccolti dalle autorità sanitarie puntano verso un batterio ben conosciuto ai medici: il Mycoplasma pneumoniae, agente patogeno che ha circolato pochissimo negli anni più severi della pandemia, quando le restrizioni avevano determinato un calo della circolazione di molte altre patologie. Diversi scienziati sulla rivista medica The Lancet hanno avvertito che con il ritorno alla normalità ora "potrebbe colpire la popolazione mondiale che non è stata esposta negli ultimi tre anni e portare ad un aumento delle forme gravi".

In ogni caso la situazione è attentamente monitorata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, che "ha richiesto ulteriori informazioni epidemiologie e cliniche, nonché i risultati di laboratorio da questi focolai segnalati tra i bambini, attraverso il meccanismo del Regolamento sanitario internazionale – ha precisato l’Agenzia delle Nazioni Unite – . Abbiamo inoltre richiesto ulteriori informazioni sulle recenti tendenze nella circolazione di agenti patogeni noti tra cui influenza, SARS-CoV-2, RSV e mycoplasma pneumoniae, e sull’attuale onere sui sistemi sanitari”.

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