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Pizze Buitoni contaminate da Escherichia coli, Nestlé chiude stabilimento in Francia

Chiude lo stabilimento Nestlé in cui sono state prodotte le pizze contaminate da Escherichia coli che avrebbero ucciso due bambini e intossicato più di 50 persone. Le indagini proseguono sotto l’aspetto penale, mentre la multinazionale vuole scongiurare il licenziamento di 140 dipendenti.
A cura di Chiara Ammendola
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Dopo mesi di indagini (ancora in corso) e soprattutto dopo la morte di due bambini e l'intossicazione di almeno 56 persone, Nestlé ha deciso di chiudere il suo stabilimento di Caudry, in Francia dove sono state prodotte le pizze contaminate dal batterio Escherichia coli. Una decisione necessaria per la multinazionale che ha fatto sapere che si impegnerà per non licenziare i 140 dipendenti della fabbrica che saranno ricollocati all'interno o all'esterno di Nestlé “a livello regionale”, in modo da non allontanarli dai loro luoghi di abitazione.

Sulla vicenda, iniziato la scorsa primavera in Francia, è stata aperta a maggio 2022: l'ipotesi di reato è di omicidio colposo nel caso delle due vittime e di lesioni colpose per altre 14 persone coinvolte. Al centro dello scandalo sono finite le pizze Fraich’Up, prodotte solo in Francia e non in Italia, che avrebbero provocato la morte di due bambini e l'intossicazione per altre 56 persone. Le pizze surgelate a pasta cruda, messe in commercio da Buitoni, e consumate da tutti i soggetti coinvolti, erano infatti contaminate dal batterio Escherichia Coli.

Lo stabilimento dopo le denunce dei consumatori è rimasto chiuso per permettere i lavori di rinnovo strutturali, per poi riaprire solo nel dicembre 2022, dopo la ristrutturazione e con una riduzione del personale di 50 unità sulle 200 complessive che impiegate prima dello scandalo. Oggi l'annuncio della chiusura confermato da una fonte sindacale presente al CSE (Comitato Economico e sociale), che ha aggiunto che nel caso di riduzione del personale, “nessun licenziamento verrà comunicato prima del 31 dicembre 2023”.

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