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“Pistorius era devastato dopo l’omicidio di Reeva Steenkamp”

Devastato, distrutto, disperato: così un testimone ha descritto l’atleta sudafricano al processo in corso a Pretoria per l’omicidio della modella Reeva Steenkamp. Si tratta della prima persona che Pistorius chiamò dopo aver sparato alla fidanzata.
A cura di S. P.
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È tornato oggi in aula, dopo due settimane di sospensione del processo, Oscar Pistorius, l'atleta paralimpico accusato di aver ucciso intenzionalmente la fidanzata Reeva Steenkamp. Pistorius sostiene, al contrario, di aver sparato contro la donna credendo che fosse un intruso entrato nella sua casa. È stato chiamato oggi a testimoniare dalla difesa Johan Stander, gestore della compound fortificato dove abitava Pistorius e prima persona che l'atleta chiamò la notte di San Valentino del 2013, dopo aver sparato alla fidanzata Reeva. Distrutto, devastato e disperato: con queste parole il testimone ha descritto Pistorius dopo l’omicidio di Reeva.  Anche la figlia Carice Viljoen è stata convocata a testimoniare dalla difesa di Pistorius. “Per favore, per favore vieni a casa mia. Ho sparato a Reeva, pensavo fosse un intruso. Per favore sbrigati a venire”, avrebbe detto l'imputato secondo quando riferito dal testimone. Viljoen avrebbe anche detto a Stander di avere sentito qualcuno urlare.

Una volta arrivati a casa di Pistorius, lo avrebbero trovato mentre scendeva le scale con Reeva ferita tra le braccia. “Era distrutto, disperato… stava supplicando. È veramente difficile per me descriverlo – così Stander – il suo impegno per salvare la vita della ragazza… quando le ha messo le dita in bocca, pregava Dio di tenerla in vita”. I due testimoni hanno detto che avrebbero cercato di tamponare la vittima con degli asciugamani. “Avevo paura che Oscar andasse di sopra e si sparasse”, ha continuato Viljoen durante il processo. Il processo contro Pistorius è iniziato lo scorso 3 marzo: se ritenuto colpevole di omicidio premeditato, l’atleta paralimpico rischia l'ergastolo.

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