Pistorius, al via il processo per l’omicidio della fidanzata
Si apre oggi a Pretoria in Sudafrica il processo a carico di Oscar Pistorius, l'atleta sudafricano accusato dell'omicidio della fidanzata Reeva Steenkam, la 29enne uccisa un anno fa a colpi di pistola nel giorno di San Valentino. Una vicenda che ha sconvolto il Paese africano e il mondo e che ora si avvia alla conclusione definitiva. I sudafricani sono divisi tra innocentisti e colpevolisti e il procedimento giudiziario, che qualcuno ha già definito il "processo del secolo", si è già strasformato in un evento mediatico. Le televisioni di tutto il mondo, infatti, si sono accampate di fronte al tribunale di Pretoria per seguire passo passo l'intero dibattito giudiziario in Aula, mentre un canale televisivo apposito è stato aperto per seguire in diretta il procedimento dopo che il presidente del tribunale ha autorizzato le riprese televisive durante le udienze. Il processo davanti ai giudici dovrebbe durare all'incirca tre settimane e molto si giocherà sulle perizie dei tecnici incaricati dalle varie parti in causa per stabilire l'esatta dinamica dei fatti.
L'accusa ha sempre sostenuto che l'ex campione sudafricano, noto anche per le sue protesi di carbonio agli arti inferiori, abbia sparato e ucciso la fidanzata dopo un litigio. La difesa invece ha sempre raccontato che fu un tragico errore e che Pistorius scambiò Reeva per un ladro, mentre la ragazza si trovava nel bagno. Pistorius infatti non ha mai negato di ave sparato con la sua pistola da 9mm attraverso la porta del bagno contro la ragazza, ma pensando che nel bagno si nascondesse un ladro. Pistorius dopo l'iniziale arresto ora è in libertà vigilata, ma se sarà condannato per omicidio premeditato rischia il carcere a vita.
In tribunale ci sarà anche la madre di Reeva Steenkam, che si è detta pronta a perdonare chi le ha ucciso la figlia se questi la "guarderà negli occhi". "Voglio guardare Oscar negli occhi e capire da sola cosa ha fatto a Reeva. Qualsiasi cosa i giudici decidano alla fine del processo, io sono pronta a perdonarlo. Ma prima voglio costringerlo a guardarmi, me, la madre di Reeva, e che veda il dolore che mi ha inflitto. Ne ho bisogno" ha spiegato la donna in un'intervista, concludendo "Molte persone nella mia posizione vorrebbero vederlo morto o punito in modo esemplare. Ma credo nella fede e nella giustizia e non c'è odio o voglia di vendetta nel mio cuore".