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Pistole con stampanti 3D per uccidere Sanna Marin: a processo 4 membri di gruppo di estrema destra

Quattro uomini sono sotto processo nella città di Lahti, poco lontana da Helsinki, in Finlandia, accusati di aver pianificato attacchi contro diversi membri del parlamento, tra cui l’ex premier Sanna Marin. Avrebbero anche creato armi da fuoco con una stampante 3D.
A cura di Eleonora Panseri
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L'ex premier finlandese Sanna Marin.
L'ex premier finlandese Sanna Marin.

Un gruppo terroristico di estrema destra in Finlandia è accusato di aver pianificato un attacco per uccidere l'ex premier del Paese, Sanna Marin, e iniziare una guerra razziale.

L'organizzazione avrebbe anche creato pistole e fucili utilizzando stampanti 3D. Quattro uomini sono sotto processo nella città di Lahti, poco lontana da Helsinki: uno per possesso di armi da fuoco e tre con l'accusa di terrorismo.

La polizia sostiene che gli imputati fossero dei seguaci dell'"accelerazionismo", ovvero la teoria politica secondo la quale il superamento del capitalismo si può ottenere solo accelerando, e non contrastando, i processi che lo caratterizzano. A questa idea si sarebbero rifatti anche gli autori di un’ondata di omicidi dettati dall’odio negli Stati Uniti, inclusa la sparatoria avvenuta a Buffalo nel 2022, in cui morirono 10 persone appartenenti a minoranze.

Secondo quanto hanno ricostruito gli inquirenti, gli uomini avrebbero anche creato armi da fuoco utilizzando stampanti 3D. Le perquisizioni effettuate nelle loro proprietà hanno rivelato un elenco di obiettivi, tra cui membri del parlamento, gruppi minoritari e attivisti antifascisti.

Durante il processo è anche emerso che due degli imputati avrebbero discusso dell'uccisione di Sanna Marin durante un evento organizzato a Lathi dal Partito Socialdemocratico nel 2022, informazione poi condivisa sull'app di messaggistica Telegram.

Interrogato, uno degli uomini avrebbe detto: "Avevo la mia pistola FGC-9 a portata di mano e avrei potuto raggiungere il mercato di Lahti in macchina in meno di dieci minuti. Ho parlato di queste cose anche su Telegram, che ci sarebbe stata una possibilità teorica di tentare un omicidio politico".

L'imputato avrebbe infatti parlato della conversazione come di una ‘normale battuta‘ su quanto sarebbe facile attentare alla vita di un capo di stato finlandese, aggiungendo che si stava semplicemente sfogando e pensando a esperienze estreme. Quando sono stati costretti dagli inquirenti a parlare dei loro obiettivi, un imputato avrebbe risposto che erano considerati nemici dei "nazionalisti" e possibili fonti di informazione.

"Sono apertamente etno-nazionalista, so a cosa porta quando ci sono troppe etnie nello stesso spazio. Queste etnie iniziano a perseguire i propri interessi come gruppo e questo non porta a nulla di buono per i finlandesi" avrebbe precisato, aggiungendo: "Tuttavia, non avevo intenzione di sparare a persone o altro".

Tra gli obiettivi ci sarebbero stati anche uffici del partito socialista dell’Alleanza della Sinistra, una libreria e un caffè vegano gestiti da volontari e una discoteca alternativa a Tampere, una città nel sud della Finlandia. L'ispettore Tuomas Kuure ha detto all'emittente radiotelevisiva di Stato finlandese YLE che termini legati all'accelerazionismo, come appunto "guerra razziale", sono stati usati spesso dai sospettati nei loro messaggi.

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