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Guerra in Ucraina

“Picchiati con fruste se parlavamo di casa”, il racconto dei bimbi ucraini deportati in Russia

“Ci dicevano Ti porteremo in un collegio e lì capirai tutto e verrai adottato” ha raccontato uno dei ragazzini restituiti a Kiev, spiegando che le persone che lo controllavano hanno minacciato di portarlo a Pskov, una città russa vicino al confine estone.
A cura di Antonio Palma
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"Se parlavamo di casa e dell’Ucraina ci picchiavano con bastoni e fruste”, è uno dei drammatici racconti fatti dai bambini ucraini deportati in Russia e riconsegnati nelle scorse ore a Kiev dopo mesi di allontanamento forzato dai loro famigliari. Dopo che la Corte penale internazionale ha emesso un mandato d'arresto per il presidente russo Vladimir Putin accusandoli di crimini di guerra per le deportazioni forzate di bambini ucraini, la Russia ieri ha riconssegnato alcune decine di minori che erano tenuti in Crimea.

Uno degli adolescenti tornato a riabbracciare i genitori ha raccontato di come i bambini venivano picchiati con bastoni e fruste se venivano sorpresi a parlare dell’Ucraina. “Ci dicevano ‘Ti porteremo in un collegio e lì e capirai tutto” ha raccontato il ragazzino, spiegando che le persone che lo controllavano hanno minacciato di portarlo a Pskov, una città russa vicino al confine estone.

“Ci dicevano lì c’è un collegio e verrai adottato", ha raccontato ancora il ragazzino, rivelando: “Un gruppo di ragazzi ha urlato ‘Gloria all'Ucraina!’ ma sono stati portati via e non li ho più visti. Non so cosa gli sia successo”.

Tutti i ragazzini descrivono un indottrinamento politico filorusso. “Nei campi se non cantavamo l'inno nazionale russo ci punivano. Durante il nuovo anno abbiamo dovuto anche sentire il discorso di Putin” ha raccontato una ragazzina undicenne, anche lei tornata casa.

Un indottrinamento politico sui ragazzini che vige anche sui bimbi russi in patria. La riprova arriva dalla storia di una ragazzina 12enne russ di Yefremov, alontanata da casa sua e dai genitori solo perché aveva fatto un disegno per la pace con le bandiere dell’Ucraina insieme a quella russa e la scritta “no alla guerra”. Come racconta l bbc, L’immagine è stata disegnata nell'aprile 2022 e da allora della dodicenne Masha Moskaleva non si sa più nulla, portata via da casa mentre il padre è finito ai domiciliari

Secondo Kiev, più di 16.000 bambini ucraini sono stati deportati in Russia dall'invasione del 24 febbraio 2022con molti presumibilmente collocati in istituti e case famiglia. La Russia nega le accuse, affermando invece di aver salvato i bambini ucraini dagli orrori della guerra.

“Ben 16.200 bambini sono stati rapiti. È un crimine di guerra e giustifica pienamente il mandato d'arresto spiccato dall'Aja" ha dichiarato anche la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen, aggiungendo: “È una storia che ci ricorda i momenti bui di un nostro oscuro passato”.

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