Perquisizione dell’Fbi nella villa di Donald Trump, portati via documenti: “File riservati del governo”
Gli agenti dell'Fbi si sono presentati nel resort di Donald Trump a Palm Beach, in Florida. Gli agenti hanno perquisito la villa nella quale il tycoon vive da quando ha lasciato la Casa Bianca nel gennaio del 2021.
Secondo quanto reso noto dalla stampa internazionale, gli 007 avrebbero portato via dalla residenza diversi documenti che l'ex presidente avrebbe sottratto a Washington durante il trasferimento.
In un lungo comunicato Trump ha puntato il dito contro lo Stato parlando di "corruzione della burocrazia e persecuzione politica". "L'irruzione – ha scritto l'ex presidente – è un attacco alla candidatura delle presidenziali del 2024".
Donald Trump non ha ancora mai annunciato di volersi ricandidare per il 2024, ma nel lungo comunicato dopo la perquisizione ha accusato comunque i "democratici radicali di sinistra" di voler "sabotare la sua vittoria" definendo il raid dell'Fbi una "pratica da Paese del terzo mondo".
Secondo quanto riferisce la CNN, l'intervento degli 007 è stato autorizzato dal dipartimento della Giustizia e sarebbe legato al trasferimento dalla Casa Bianca di centinaia di scatole contenenti documenti strettamente riservati legati al governo degli Stati Uniti che avrebbero dovuto essere consegnati agli Archivi di Stato.
Il trasferimento di questi documenti è considerato un reato federale. Gli agenti, secondo quanto riferito dall'organo di informazione americano, avrebbero portato via diversi scatoloni pieni di file.
In una lunga nota, Donald Trump ha fatto riferimento allo scandalo Watergate che portò mezzo secolo fa alle dimissioni del presidente Richard Nixon.
"Lì – ha scritto – fecero irruzione nel comitato democratico. Ora sono i democratici ad aver commissionato un raid nella casa del 45esimo presidente degli Stati Uniti. Questa persecuzione politica va avanti da anni, dalla storia risultata falsa dell'intervento russo nella mia vittoria. A Hillary Clinton è stato permesso di cancellare 33mila email dopo che erano state richieste dal Congresso".
Secondo la CNN, gli 007 avrebbero aperto anche la cassaforte dell'ex presidente americano. L'ex portavoce Stephanie Grisham avrebbe riferito agli agenti che Trump "non gestiva correttamente i documenti riservati". "L'ho visto buttarne via alcuni – ha dichiarato – strapparne altri e metterne in tasca altri ancora".