Il 15 novembre dalla Russia viene sparato un missile terra-spazio che colpisce e distrugge Kosmos-1408, un vecchio satellite spia russo lanciato nel 1982 e non più funzionante. L’impatto tra l’ASAT (arma anti-satellitare) e Kosmos-1408 ha provocato oltre 1500 frammenti a circa 400 km di altezza dalla Terra, mettendo in pericolo l’equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) (tra cui anche due cosmonauti russi) che è dovuto ricorrere a manovre di emergenza per schivare i detriti e mettersi al riparo da possibili collisioni. Puntuale è arrivata la reazione degli Stati Uniti, che attraverso il Dipartimento di Stato ha definito il test anti-satellitare russo “incauto, sconsiderato e irresponsabile” aggiungendo che “la Russia, nonostante le sue pretese di opporsi all'armamento dello spazio esterno, è disposta a metterne a repentaglio la sostenibilità a lungo termine”.
In quei giorni è stato dato poco risalto alla notizia, passata in sordina come uno dei tanti test militari compiuti dalle grandi potenze, ma agli osservatori più attenti non è sfuggito il fatto che il lancio avveniva negli stessi giorni della lunga teleconferenza tra Biden e Xi Jinping sul clima. Oggi, alla luce dell’aggressione nei confronti dell’Ucraina, questa azione apparentemente irresponsabile dei militari russi assume dei connotati diversi, forse più chiari e inquietanti, una sorta di avvertimento.
Lo spazio tra scopo civile e militare
Non è un mistero che lo spazio ha da sempre avuto un carattere militare, ad esempio per il controllo degli altri Paesi attraverso i satelliti spia. Lo stiamo vedendo benissimo in queste settimane di guerra, in cui la NATO, attraverso i satelliti commerciali e istituzionali americani ed europei, è in grado di informare in tempo quasi reale gli ufficiali ucraini sui movimenti dell’esercito russo, osservando dall’alto e con grandissima precisione il numero e la tipologia di convogli, e la loro posizione geografica. Oppure con i satelliti privati di Elon Musk, capaci di garantire le comunicazioni in un’Ucraina devastata da bombardamenti e colpi d’artiglieria. Ma alla luce dell’escalation delle ultime settimane, il rischio è che in pochi giorni possa crollare oltre mezzo secolo di pace e di grandi collaborazioni scientifiche internazionali, nello spazio come anche nella fisica delle alte energie, proprio come in pochi giorni è crollata la pace in Europa. E che lo spazio possa diventare terreno di scontro militare, in cui gli aspetti economici e geopolitici prevalgono su quelli scientifici.
Lo spazio tra grandi competizioni e opportunità di collaborazione
Eppure, dagli anni '70 in poi, nonostante la Guerra Fredda e i due grandi blocchi contrapposti, lo spazio è stato da sempre immaginato e sfruttato come ambito di collaborazione scientifica (science diplomacy) e punto di contatto (space diplomacy) tra le super potenze. Dalla ricerca spaziale all'esplorazione di altri pianeti, è apparsa fin da subito chiara l’opportunità rappresentata dalla collaborazione internazionale, o per lo meno della non interferenza tra le potenze spaziali. Non è un caso che l’unico importante accordo internazionale sullo spazio è quello degli anni ’60, relativo alla non proliferazione nucleare, sempre rispettato.
Cinquant’anni di attività spaziale accompagnata da scelte strategiche e tecnologiche in parte condivise, hanno creato una mutua interdipendenza tra USA e Russia, ben rappresentata dalla ISS e dai servizi forniti dai cargo americani Proton e dalle navette russe Soyuz. Gli USA forniscono pannelli solari e sistemi di accumulo di energia, i russi i sistemi di ripulitura dell’aria e i motori a propulsione che permettono alla ISS di mantenere una corretta altezza orbitale e un assetto stabile. Oggi, alla luce della crisi geopolitica scatenata dall'aggressione militare in Ucraina, è in discussione non solo il destino dell'ISS ma anche quello di varie missioni congiunte come eRosita/Spektr-RG, il telescopio spaziale russo-tedesco ed ExoMars2022, la missione europea per la ricerca della vita sul pianeta rosso, il cui lancio è previsto per la seconda metà di quest’anno con un razzo russo da Baikonur.
Lo spazio come terreno di scontro militare
Quella che fino a ieri sembrava una ragionevole speranza di collaborazione pacifica nello spazio, basata su un regolare scambio di informazioni e garantita da accordi e trattati internazionali, improvvisamente sembra piuttosto un’illusione. Lo spazio non appare più quel contesto privilegiato di stabile collaborazione pacifica, indipendente dagli avvenimenti geopolitici terrestri. Al contrario, emerge sempre con maggior forza l’utilizzo dello spazio come strumento di controllo e di dominio militare. «Il programma spaziale russo sarà adeguato sullo sfondo delle sanzioni, la priorità sarà la creazione di satelliti nell’interesse della difesa», ha affermato L’Agenzia Spaziale Russa Roscosmos via Twitter in risposta alla decisione della Germania di interrompere tutte le collaborazioni con la Russia in ambito spaziale.
Ma come può essere utilizzato lo spazio a scopo militare? “Gli scenari che maggiormente preoccupano in questo momento riguardano l’integrità dei satelliti in orbita, da cui dipendono tantissimi servizi per le telecomunicazioni, per le osservazioni della Terra, per il clima” ci spiega Roberto Battiston, fisico dell’Università di Trento e presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana dal 2014 al 2018. “Le costellazioni commerciali di piccoli satelliti che passano regolarmente in tutti i punti della Terra, realizzati da Cina, Russia, USA, Europa, vengono regolarmente utilizzate sia per scopi militari che civili. Un satellite nemico può essere attaccato anche senza contatto fisico, ad esempio attraverso onde elettromagnetiche capaci di accecarlo e metterne fuori uso i sensori. Oppure può essere disintegrato, come hanno fatto i russi pochi mesi fa. Basterebbe un solo passo in questa direzione per scatenare uno scenario del tutto nuovo e mai visto prima, quello di una vera e propria guerra spaziale tra le maggiori potenze mondiali”.
L’equilibrio nello spazio è durato a lungo, forse più che altrove. Ma lo spazio, per quanto è affascinante, è anche fragile, e se inizia uno scontro ci perde chi ha più asset in orbita. E questo i russi lo sanno bene.