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Elezioni USA 2020

Perchè stavolta ci possiamo fidare dei sondaggi sulle elezioni in USA

La maggior parte dei sondaggi dà Joe Biden in ampio vantaggio su Donald Trump. Ma quest’anno i democratici si guardano bene dal festeggiare in anticipo. Nel 2016, infatti, le previsioni sono state smentite nel giro di una notte e anche negli anni precedenti il sistema elettorale statunitense ha reso complicato per gli istituti di sondaggi decifrare accuratamente le intenzioni di voto. Quest’anno però le cose potrebbero andare diversamente. Vediamo perché.
A cura di Annalisa Girardi
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Siamo quasi alla vigilia dell'Election Day, il giorno in cui si eleggerà il nuovo presidente degli Stati Uniti. E quasi tutti i sondaggi danno il candidato democratico, Joe Biden, come il favorito sull'attuale presidente, Donald Trump. Ma molti cittadini americani non si fidano delle previsioni, visti anche gli errori che storicamente hanno interessato i sondaggi sulle elezioni presidenziali. Non serve guardare molto indietro, basta fermarsi al 2016, quando tutti i principali istituti davano Hillary Clinton come la favorita, ma sono stati poi smentiti dal primo all'ultimo dai risultati ufficiali. I democratici quest'anno si guardano bene dal festeggiare in anticipo, sapendo che le previsioni facilmente si sbagliano. Ma il 2020 potrebbe rappresentare un'eccezione: chiaramente i sondaggi hanno sempre un certo livello di inesattezza, ma quest'anno una serie di elementi potrebbero garantire delle previsioni più fondate che in passato. Vediamo perché.

Per prima cosa vanno tenuti in considerazione alcuni elementi demografici a cui fanno riferimento i sondaggi. Infatti, generalmente, la fascia di popolazione con livelli di educazione più elevati, che possiede un titolo universitario, è quella più predisposta a rispondere a queste indagini. Che di conseguenza risentono di tale fattore. Nel 2016, però, i sondaggi non hanno tenuto conto che a votare per Trump si fosse mobilitata un'ingente fetta di popolazione con livelli di educazione più bassi, tradizionalmente meno considerata da questi istituti. Nel 2020, per rimediare all'errore, si è fatta molta più attenzione a questi elementi demografici che rendono le indagini più accurate.

Nel 2016, inoltre, gran parte degli indecisi si sono schierati dalla parte di Trump all'ultimo momento, capovolgendo di fatto l'esito delle aspettative. Oggi questo è molto più difficile che accada, in quanto la maggior parte degli indecisi si è già espressa. Secondo alcune ricerche, nel 2016 un elettore su sette, negli swing states, ha preso posizione solo la settimana prima del voto. Ma adesso gli indecisi sono molti meno e quindi ci sono anche molte meno possibilità di avere sorprese. Inoltre, mentre in campagna elettorale solitamente i due candidati alternino il vantaggio nei sondaggi, Biden risulta in testa ormai da ottobre dell'anno scorso. Un fattore che non va trascurato.

E infine, quattro anni fa sulle spalle di Trump, il candidato ora sfavorito, non pesava la pandemia di coronavirus. Che, insieme alle proteste Black Lives Matter, ostacolano la rielezione dell'attuale presidente repubblicano. Nel 2016 Trump prometteva ai cittadini statunitensi che avrebbe riportato le grandi imprese nel territorio nazionale, creando posti di lavoro. Ora, nel 2020, l'attenzione dell'opinione pubblica è focalizzata sulla lotta al coronavirus. Che, con oltre 9 milioni di contagi nel Paese, Trump non ha saputo gestire.

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