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“Perché sono qui?”: come hanno fatto a salvarsi i due assistenti del volo precipitato in Corea del Sud

Sono due assistenti di volo, un 33enne e una 25enne, i due sopravvissuti dell’incidente aereo verificatosi domenica 29 dicembre all’aeroporto di Muan in Corea del Sud: “Cosa è successo?” sono le prime parole pronunciate da uno dei due in ospedale. Ecco come sono riusciti a salvarsi.
A cura di Ida Artiaco
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Ha 33 anni e si chiama Lee Mo uno dei due sopravvissuti all'incidente verificatosi domenica 29 dicembre all'aeroporto di Muan in Corea del Sud, dove un volo della Jeju Air è uscito di pista in fase di atterraggio andandosi a schiantare contro un muro e poi prendendo fuoco. Delle 181 persone a bordo, tra passeggeri e membri dell'equipaggio, solo in due sono riusciti a salvarsi.

Tra questi Lee Mo, assistente di volo, al momento ricoverato presso l'ospedale universitario Ewha di Seoul. I medici che l'hanno assistito hanno raccontato che le prime parole pronunciate dall'uomo sono state: "Cosa è successo? Perché sono qui?". A loro – come riporta il Daily Mail – ha spiegato che indossava la cintura di sicurezza prima dell'incidente, ma che non ricordava nulla di ciò che era accaduto dopo.

Lee, che secondo i media locali era responsabile del servizio passeggeri nella parte posteriore dell'aereo, ha riportato una frattura alla spalla sinistra e ferite alla testa. Inizialmente è stato portato in un ospedale a Mokpo, a circa 300 chilometri a Sud di Seul, prima di essere trasferito nella Capitale. Rischia di rimanere paralizzato a vita, come ha spiegato Joo Woong, direttore del Seoul National University Hospital.

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Un'altra sopravvissuta, una hostess di 25 anni identificata solo con il cognome, Koo, è invece in cura presso l'Asan Medical Center nella parte orientale di Seul. Un funzionario dell'ospedale ha detto ai media locali che la giovane "è attualmente in cura per lacerazioni del cuoio capelluto e fratture alla caviglia e per problemi all'addome".

I due sopravvissuti si trovavano nella parte dalla coda dell'aereo, l'unica che non è andata distrutta. Ed è probabilmente questo il motivo per cui sono riusciti a salvarsi, come ha dichiarato un funzionario responsabile delle operazioni di ricerca e soccorso all'aeroporto di Muan al New York Times. Anche il capo dei vigili del fuoco di Muan Lee Jung-hyun ha spiegato che "solo la parte della coda ha mantenuto un po' di forma e il resto (del velicolo, ndr) sembra quasi impossibile da riconoscere".

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L'incidente è stato il peggiore per qualsiasi compagnia aerea sudcoreana da quello della Korean Air verificatosi nel 1997 a Guam, in cui persero la vita più di 200 persone, secondo i dati del ministero dei trasporti. Finora, sono state identificate 141 vittime su 179, lasciando molti familiari devastati che chiedono risposte alle autorità.

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