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Guerra in Ucraina

Perché si dice che la guerra tra Russia e Ucraina potrebbe iniziare proprio domani

Secondo la stampa americana, domani 16 febbraio la Russia potrebbe invadere l’Ucraina come riferiscono fonti dell’intelligence. Ma gli analisti frenano e Mosca nega: ecco cosa potrebbe succedere nelle prossime ore.
A cura di Ida Artiaco
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Resta alta la tensione al confine tra Russia e Ucraina, dove negli ultimi giorni si è acuita la crisi tra il governo filo-occidentale di Kiev e quello di Mosca guidato da Vladimir Putin. Mentre proseguono gli incontri tra i leader per risolvere la questione per via diplomatica – oggi il ministro degli Esteri Luigi Di Maio sarà nella Capitale ucraina – c'è attesa per la giornata di domani, mercoledì 16 febbraio, che potrebbe segnare una svolta: nei giorni scorsi si era infatti diffusa la notizia secondo cui proprio quel giorno i russi avrebbero invaso l'Ucraina. Ma su questa data c'è un vero e proprio giallo. Ecco perché.

"Ci hanno detto che il 16 febbraio sarà il giorno dell'attacco". A dirlo era stato nei giorni scorso in un video postato su Facebook il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, citando fonti dell'informazione. "Noi faremo di quel giorno il giorno dell'unità. Stanno cercando di spaventarci citando ancora una volta una data per l'avvio di un'azione militare…non è la prima volta. Ma il nostro stato oggi è più forte che mai. Combattiamo per la pace e vogliamo risolvere tutte le questioni esclusivamente attraverso i negoziati", ha aggiunto, prima di essere corretto dal suo portavoce Sergii Nykyforov. "Il presidente si è riferito alla data circolata sui media. Non è una data ufficiale, è una data rivelata da alcuni funzionari", ha spiegato all'americana NBC.

Nei giorni precedenti, infatti, erano state alcune fonti dell'intelligence americana raccolte in primis dal New York Times a indicare il 16 come data del possibile attacco. Analisti sul terreno ritengono tuttavia poco verosimile la data del 16 o 17 febbraio per l'inizio di una possibile invasione russa dell'Ucraina. "Indicare anche la data ai russi li favorisce, perché per loro sarebbe poi facile far pesare per l'ennesima volta che nulla è successo", osservano gli esperti, che temono "un fiammifero gettato sulla polveriera" piuttosto che un'invasione vera e propria. Ma, secondo altri, potrebbe anche essere una mossa del presidente Usa Biden per cercare di far saltare i piani di Mosca e guadagnare tempo per insistere con la diplomazia.

Questa mattina, intanto, sulla questione è intervenuto anche il primo vice rappresentante permanente di Mosca presso le Nazioni Unite, Dmitry Polyansky, parlando al Canale 4 della televisione britannica e citato dalla Tass. "Per quanto ne so, no, e non vedo alcun motivo per questo", ha risposto ad una domanda sull'eventualità di una invasione mercoledì, definendo "ridicole" le notizie di una invasione imminente. "Ogni giorno impariamo qualcosa di nuovo su di noi e sui piani di attacco, sull'invasione a noi attribuita. Per noi è sorprendente", ha detto il rappresentante russo all'Onu in risposta a un giornalista della Cnn. Non resta altro da fare, dunque, che continuare a monitorare la situazione.

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