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Guerra in Ucraina

Perché secondo il generale Tricarico la conquista russa di Bakhmut sarà simbolica e non strategica

Le ultime notizie riguardanti le battaglie a Bakhmut e i bombardamenti su Zaporizhzhia evidenziano le grandi difficoltà incontro alle quali sta andando la Russia nella gestione della guerra in Ucraina. Il generale Tricarico: “Bakhmut non è strategica, è un simbolo”
Intervista a Generale Leonardo Tricarico
ex Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare Italiana
A cura di Gabriella Mazzeo
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Attacco a Zaporizhzhia (immagine da Twitter).
Attacco a Zaporizhzhia (immagine da Twitter).
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Quello che emerge dal racconto delle battaglie per il controllo di Bakhmut è la difficoltà russa nella gestione di un conflitto che è diventato insostenibile per il Cremlino. La missione speciale sta aprendo crepe sempre più profonde nella rete di Putin e sta distruggendo gli arsenali di Mosca, ormai insufficienti per portare avanti la guerra.

Gli attacchi quasi disperati della Russia volti a restare a galla in un momento di gravi perdite espongono però l'intero Occidente al rischio di dover fronteggiare l'uso di armi di distruzione di massa.

Putin, secondo quanto spiegato a Fanpage.it dal generale Leonardo Tricarico, ex Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare Italiana, potrebbe usare armi batteriologiche, chimiche o nucleari se messo "evidentemente all'angolo". Il disastro potrebbe anche essere innescato dalla centrale di Zaporizhzhia, danneggiata nei giorni scorsi dopo i bombardamenti.

Attualmente l'impianto è alimentato tramite generatori diesel.

Distruzione a Bakhmut (Getty).
Distruzione a Bakhmut (Getty).

Partiamo da Zaporizhzhia, dove si trova la centrale nucleare. L'impianto è rimasto senza elettricità a seguito dell'attacco e funziona adesso tramite generatori Diesel di emergenza. La Russia è stata accusata di volersi spingere verso il disastro nucleare. Secondo lei è una cosa che Mosca vuole?

Sul nucleare andrebbe capita in loco qual è la situazione, ovviamente non possiamo saperlo. Quello che è certo è che le centrali come quelle di Zaporizhzhia sono costruite con uno standard che poi devono mantenere e che è sotto il controllo dell'Agenzia mondiale dell'Energia atomica che ha fatto anche un'ispezione.

In generale queste strutture sono concepite per resistere anche ad attacchi militari e convenzionali, l'uso di missili da crociera o di armamento convenzionale non dovrebbe causare danni troppo gravi. Le centrali sono anche pensate per sopravvivere ad eventualità come la mancanza di alimentazione.

Il rischio del ricorso al nucleare da parte di Putin è sempre stato oggetto di discussione, ora non possiamo sapere se si tratti di quello di Zaporizhzhia o di un altro ordigno simile, comunque di distruzione di massa. Quello che è certo è che ci sono tanti rischi da valutare, Putin potrebbe arrivare ad altre forme di aggressione con armi letali come quelle batteriologiche e chimiche.

Ci sono agenti patogeni che sono già stati resi armi, questo è un grosso pericolo. C'è un ventaglio di possibilità terribili che non possiamo valutare adesso, non sappiamo cosa potrebbe fare il Cremlino nel caso in cui la guerra dovesse restare "ingestibile" o nel caso in cui Putin dovesse sentirsi messo all'angolo.

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Secondo lei la Russia è effettivamente messa all'angolo adesso?

La Russia ha enormi difficoltà di diverso genere.

Da Zaporizhzhia sono stati inviati a Bakhmut diversi soldati russi, secondo lei questo è indice della "crisi" della quale stiamo parlando?

Come dicevo i russi hanno delle grandi difficoltà che sono di diverso ordine. Si inizia da quelle di leadership che vanno dalle voci sugli scricchiolii nella cerchia di Putin allo scenario conclamato della contrapposizione tra Prigozhin, a capo del battaglione Wagner, e il Cremlino. Sia le forze armate di Mosca che quelle private di Prigozhing sono a Bakhmut, come sappiamo.

L'oligarca è stato protagonista di un'opera di demolizione della gerarchia statale russa nel controllo della missione speciale, aveva enfatizzato l'incapacità della Difesa russa e dei suoi generali nel portare a compimento l'operazione, non dimentichiamocelo. Questo è indice di gravi problemi tra le fila di Mosca e a ragion veduta si parla di carne da cannone mandata al macello.

Tutto questo ci porta allo scenario attuale: una cittadina distrutta e disabitata che è contesa tra le due parti. Da qui possiamo capire tante cose.

La sua conquista non segna quindi un punto strategico secondo lei?

Bakhmut viene definita un po' da tutti una conquista simbolica e strategica. Capisco il simbolo, ma non la sua centralità strategica. Anche se l'Ucraina dovesse perdere Bakhmut, la Russia avrebbe comunque enormi problemi nel controllo del territorio del Donbass e in generale delle 4 regioni annesse. Posso convenire sul simbolo e sull'emblematicità di una caduta di Bakhmut, ma non sulla sua importanza strategica.

Dopo un'eventuale conquista, la Russia dovrebbe avanzare sul territorio e non ne ha la forza, così come non la avrà in futuro. Sarebbero spazi troppo vasti da tenere sotto controllo. La Russia è in difficoltà a mantenere il punto sulle sue conquiste, anche sulle 4 regioni annesse.

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Difficoltà dovute anche alla carenza di mezzi?

Certo, consideriamo che il battaglione Wagner non riesce più ad accedere alle prigioni dalle quali prendeva mercenari e questo proprio per la rivalità di Prigozhin con il Cremlino. Dall'altra parte, lui vorrebbe istituzionalizzare la sua compagnia privata, quindi renderla un vero e proprio esercito. La sua scalata verso il potere all'inizio era appoggiata da Mosca, ora viene vista come un problema. Si sente inoltre di defezioni nei reparti speciali, di scarso addestramento e di almeno 500 morti al giorno.

Gli arsenali poi si stanno esaurendo, sarebbe interessante conoscere i livelli di scorte dopo i consumi russi di questi mesi. Cosa resta ancora alle forze armate del Cremlino? E soprattutto in quanto tempo si può rimpiazzare quello che si consuma? La Russia è molo condizionata anche dall'embargo.

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A Bakhmut ci sono anche i miliziani del gruppo Wagner, secondo lei sono davvero stati mandati a morire per punire Prigozhin? 

A Bakhmut ci sono sia i militari addestrati del battaglione Wagner, che si occupano di operazioni di più alta valenza, e i veri e propri mercenari presi dalle carceri. Loro sono stati sicuramente mandati a morire, sono allo sbaraglio. La differenza tra il gruppo privato e l'esercito russo si è di nuovo acuita, questa volta per volere delle istituzioni. Ci sarebbe da capire l'effettivo perché di tutto questo.

Questo conflitto finirà davvero solo al tavolo dei negoziati?

Questo conflitto finirà quando gli Usa vorranno e noi dovremmo renderci parte attiva, capire se gli Stati Uniti hanno effettivamente intenzione di farlo finire. Dovremmo capire se ci sono iniziative in questo senso o essere noi stessi a promuoverle con un atteggiamento maturo, un'interlocuzione che finora è mancata. Questo è ciò che potrebbe fare il nostro Paese insieme ad altri colleghi europei che hanno le stesse vedute.

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