Perché secondo gli Usa è impossibile recuperare il drone abbattuto nel Mar nero, ma Mosca ci proverà
Mentre a livello diplomatico si cerca di ricucire i rapporti tra Mosca e Washington che al momento sono ai minimi termini, il caso del drone statunitense abbattuto sul mar Nero potrebbe rivelarsi per i russi una fonte di informazioni utili a livello militare. Ne sono convinti dal Cremlino annunciando che proveranno a recuperare il relitto del drone spia militare statunitense per analizzarlo.
"Non so se ci riusciremo o meno, ma sicuramente proveremo e recuperarlo, ce ne occuperemo", ha detto mercoledì Nikolai Patrushev, segretario del Consiglio di sicurezza russo, aggiungendo: "Spero sicuramente in un successo". Secondo i russi, ci sono le capacità e i mezzi per poterlo fare visto che il punto di inabissamento è al largo della costa occidentale della Crimea occupata, dove la Russia ha stabilito basi navali e aeroporti.
Usa: "Drone irrecuperabile, dati cancellati"
Un recupero che invece non sarà tentato dagli Stati Uniti, secondo i quali in realtà il relitto del drone MQ-9 Reaper è troppo in profondità per essere recuperato. Per il Pentagono, dopo la caduta seguita al contatto con una caccia russo, si trova a 1.200-1.500 metri di profondità nel Mar Nero ed è distrutto. "Qualsiasi operazione di recupero è molto difficile a quella profondità, da parte di chiunque" ha dichiarato il capo dello stato maggiore Usa, il generale Mark Milley.
In realtà anche volendo, per gli statunitensi non hanno unità navali adeguate nel Mar nero dove la chiusura dello stretto dei Dardanelli per la guerra in Ucraina rende impossibile inviare navi. “Abbiamo molti alleati e amici nell'area per poter tentare il recupero ma probabilmente il drone è rotto e non c'è molto da recuperare, francamente" ha aggiunto il generale Milley.
Anche per quanto riguarda la perdita di informazioni sensibili alle quali i russi potrebbero accedere recuperano il relitto, “abbiamo adottato già contromisure di mitigazione. Quindi siamo abbastanza fiduciosi che tutto ciò che aveva valore non ci sia più” ha assicurato Milley in un briefing. Anche secondo il portavoce del Consiglio per la Sicurezza Usa, John Kirby, per i russi sarà "impossibile recuperare dati d'intelligence di valore" dai resti del drone. "Non c'è nulla di valore intrinseco" e "non siamo particolarmente preoccupati" ha spiegato.
Mosca: "Si rischia escalation, stop ai droni"
Mercoledì intanto i ministri della difesa e i capi militari di Russia e Stati Uniti hanno tenuto varie conversazioni telefoniche per discutere dell’incidente. Il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha detto che l'operare voli con droni vicino alla Crimea è provocatorio e potrebbe portare a un'escalation, secondo quanto riportato ha affermato il ministero della Difesa russo. La Russia, si legge nel comunicato, “non aveva alcun interesse in un tale sviluppo, ma in futuro reagirà nella giusta proporzione”.
Usa: "Continueremo a volare in acque internazionali"
Il segretario alla difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin invece ha fato sapere di essersi lamentato di "un modello di comportamento rischioso e aggressivo" da parte dei piloti militari russi. Austin ha affermato che il video e le fotografie scattate dal drone hanno confermato il comportamento dei russi che poi ha provocato l’abbattimento del drone. Il segretario alla difesa però ha affermato che l'incidente non scoraggerà gli Stati Uniti dal volare nell'area. "Continueremo a volare e ad operare ovunque il diritto internazionale lo consenta", ha affermato, invitando la Russia a utilizzare i suoi aerei in "modo sicuro e professionale".