Perché Putin ha incontrato il cancelliere austriaco e non incontrerà altri leader occidentali
L’incontro di ieri tra il cancelliere austriaco Karl Nehammer e il presidente russo Vladimir Putin a Mosca è stato "molto duro" e "non amichevole". A renderlo noto – secondo quanto riportato dalla testata austriaca Kronen Zeitung – è stato il capo del governo di Vienna al termine di un faccia a faccia in cui si è discusso di sanzioni e crimini di guerra, ma che ha rappresentato il primo incontro tra un leader europeo e il capo del Cremlino. L'esito del vertice tra i due non è stato felice, ma difficilmente si può parlare di doccia fredda viste le premesse. Quella di Nehammer è stata la prima visita a Mosca da parte di un capo di governo UE dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, il 24 febbraio scorso, e la reazione di Mosca sarebbe stata piuttosto dura non tanto per la posizione tenuta dall'Austria, quanto per quella dell'Unione Europea. Mentre il cancelliere era seduto a un tavolo con Putin, infatti, l’Alto Rappresentante di politica estera dell’Ue, Josep Borrell, rilasciava una dichiarazione piuttosto emblematica sulle intenzioni del "Vecchio Continente": "Non facciamoci illusioni, la Russia sarà in grado di sostenere la guerra anche con le sanzioni al gas. Ora è il momento di dare più armi all’Ucraina".
L'Austria non è nella Nato: per questo può dialogare con Putin
Ma perché Putin ha incontrato il leader austriaco e non altri? La ragione va ricercata essenzialmente nello status di neutralità dell'Austria, Paese che non appartiene alla Nato e che – di conseguenza – ha potuto dialogare con il Cremlino senza i vincoli imposti da un'alleanza militare ostile alla Russia. Vienna, infatti, ha sottoscritto il 26 ottobre 1955 una "Dichiarazione di neutralità" perpetua, impegnandolo a non aderire in tempo di pace ad alleanze militari (la legge austriaca vieta espressamente anche l’installazione sul territorio nazionale di basi militari straniere), e – come spiega l'Enciclopedia Treccani "sancendo la sua volontà a rimanere estranea a qualsiasi conflitto futuro". Quella austriaca non fu una libera scelta, bensì un compromesso politico: "Fu una conseguenza dell’occupazione militare quadripartita (statunitense, britannica, francese e sovietica) successiva alla Seconda guerra mondiale, dalla quale l’Austria poté liberarsi grazie alla firma, da parte delle potenze occupanti, del Trattato di stato del 15 maggio 1955", spiega ancora l'enciclopedia. I sovietici chiesero a Vienna di sottoscrivere anche il memorandum di Mosca, per impedirle di unirsi alla Nato per sempre. Per questo Karl Nehammer è stato accolto da Vladimir Putin al Cremlino.