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Guerra in Ucraina

Perchè la Russia di Putin attacca l’Ucraina proprio ora: i motivi dell’invasione

È guerra in Ucraina. Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato nella notte un’operazione militare per la “smilitarizzazione e denazificazione” del Paese. Ma perché ha deciso di attaccare proprio adesso?
A cura di Annalisa Girardi
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È cominciata l'invasione dell'Ucraina. Nella notte Vladimir Putin ha annunciato un'operazione militare nel Paese: un'escalation velocissima dopo la conferenza stampa di lunedì scorso, in cui il presidente russo annunciava di riconoscere l'indipendenza delle repubbliche separatiste nel Donbass. In un'altra dichiarazione alla tv di Stato, Putin ha parlato di una "speciale operazione militare" che avrebbe lo scopo di "proteggere le persone che da otto anni sono vittime di intimidazioni e genocidi da parte del regime di Kiev", con un processo di "smilitarizzazione e denazificazione dell’Ucraina". Ma perché proprio ora?

Ci sono diversi fattori che hanno portato all'escalation di tensioni delle ultime settimane, ma in realtà le ragioni della crisi non sono nuove. Tutt'altro. Le ha ribadite Putin nel suo discorso di lunedì sera, ma li aveva anche messi nero su bianco in una lunga lettera pubblicata sul sito del Cremlino un anno fa. Il 12 luglio scorso il presidente russo scrive un lungo articolo dal titolo "Sulla storica unione dei russi e degli ucraini", in cui ribadisce che russi e ucraini siano lo stesso popolo, condividano storia e cultura, parlino la stessa lingua. Fa poi riferimento a "forze che cercavano di minare alla nostra unità", sottolineando come russi, bielorussi e ucraini discendano tutti dagli antichi Rus. Proprio nella vecchia lingua russa la parola "Ucraina" significherebbe, scrive Putin, "periferia". E prosegue indicando tutte le scelte storiche sbagliate che hanno condotto alla situazione attuale, dividendo Kiev da Mosca.

Insomma, Putin non ha mai nascosto la sua visione neo imperialista. E ora sarebbe arrivato il momento di riscattare l'impero in declino. Perché proprio adesso? Le ragioni potrebbero essere diverse. In primis va considerato che Putin è ormai vicino ai 70 anni: prima o poi dovrà ritirarsi dalla scena politica e questa potrebbe essere una delle ultime occasioni per portare a termine il progetto imperialista, così come lo concepisce.

Un piano che potrebbe diventare difficile da realizzare, se oltre alle questioni estere dovessero sommarsi anche i malcontenti interni. Che con lo scoppio della pandemia di coronavirus e il conseguente impatto sull'economia, già di per sé in difficoltà a causa delle ripetute sanzioni dall'Occidente, inizierebbero a farsi sentire. La sua leadership non è salda come prima, le accuse di non aver saputo gestire a dovere la pandemia pesano sulla sua figura. Attraverso la concretizzazione di una visione imperialista, Putin spererebbe di mettere a tacere le dissidenze che iniziano a nascere.

E potrebbe essere un buon momento anche proprio a causa di quanto sta accadendo nel mercato energetico. L'Europa è la principale cliente del gas russo e per questo chiaramente Mosca ha tutti gli interessi a mantenere questo rapporto di dipendenza. Tuttavia in questo preciso istante un calo degli export di gas, dovuto ad esempio a possibili sanzioni (finora infatti non hanno intaccato direttamente il settore energetico) non andrebbe a incidere negativamente sulle casse russe. Il forte rialzo dei prezzi, infatti, compenserebbe le minori esportazioni. Mosca potrebbe addirittura guadagnarci.

Infine, ci sarebbe anche il giudizio sullo stato di salute dell'Occidente. La precipitosa ritirata dall'Afghanistan, che ha visto ogni Paese agire un po' per conto suo, potrebbe aver fatto pensare al Cremlino che l'unità della Nato non sia forte come negli anni passati. Senza contare che l'Alleanza sta comunque riassestando i propri equilibri dopo la parentesi isolazionista di Donald Trump alla Casa Bianca. Nonostante tutto, la minaccia della Nato alle porte e di possibili basi militari a pochi chilometri dai confini è comunque una preoccupazione per Mosca, per cui è quindi fondamentale mantenere dei cuscinetti nella sua frontiera occidentale.

Insomma, le ragioni per cui Putin avrebbe deciso di alzare l'asticella proprio ora sono molteplici. Resta ancora da capire se il presidente russo intende davvero portare a termine questo piano imperialista, oppure se lo sta utilizzando come leva per portare al tavolo i propri interessi da una posizione di forza.

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A Fanpage.it sono vice capoarea della sezione Politica. Mi appassiona scrivere di battaglie di genere e lotta alle diseguaglianze. Dalla redazione romana, provo a raccontare la quotidianità politica di sempre con parole nuove.
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