Perché Putin deve muoversi in fretta se vuole invadere l’Ucraina
Le forze russe ammassate al confine con l'Ucraina hanno i giorni contati prima di dover fare ritorno alle basi vicine, altrimenti rischiano di vedere notevolmente ridotte le proprie capacità. È questo quello che pensano funzionari ed esperti occidentali, come riporta il quotidiano inglese The Guardian: il presidente Vladimir Putin dovrà utilizzarle in una completa invasione dell'Ucraina oppure dovrà rimandarli nelle "aree di sosta", nel sud o nell'ovest della Russia, ma a decine o addirittura centinaia di chilometri di distanza. Ma tali posizioni, spesso con scarsa protezione dal freddo, possono essere mantenute solo per un breve periodo, e ci sono alcune prove sui social media delle cattive condizioni a cui sono costretti i soldati vicino al confine.
Lunedì scorso l'analista militare Rob Lee aveva individuato circa 100 militari accampati in una stazione ferroviaria a circa 20 km dal confine ucraino, senza razioni e costretti a comprare cibo per se stessi, come ha scritto su Twitter con tanto di testimonianza fotografica. Le truppe russe con base in Bielorussia, nelle foreste vicino alla città di Khoyniki, a 50 chilometri dal confine con l'Ucraina, sono state descritte da un locale alcuni giorni fa come prive di qualsiasi disciplina nonostante le accresciute tensioni politiche. L'intelligence occidentale stima che circa un terzo delle forze russe complessive sia "dispiegato tatticamente" in posizioni di prima linea "pronte per le operazioni". Ma il tempo stringe.
Secondo Nick Reynolds, un analista di guerra terrestre presso il thinktank Rusi (Royal United Services Institute), "se le truppe devono essere utilizzate, probabilmente verranno utilizzate molto presto, finché sono il più fresche possibile" e concorda con la valutazione che i comandanti vorrebbero muoversi entro "pochi giorni" se vogliono essere efficaci. Anche il ministro della Difesa della Lettonia, Artis Pabriks, ha convenuto che i prossimi giorni saranno cruciali. Ha affermato che Putin metterà alla prova la reazione occidentale al suo riconoscimento dei territori separatisti del Donbass e al dispiegamento formale delle forze russe. Rimane possibile per Mosca invertire il dispiegamento in prima linea e riportare le truppe nelle aree di sosta che hanno occupato a gennaio, in modo simile a quanto accaduto la scorsa primavera. Ma, in ogni caso, maggiori pressioni militari significano che i prossimi giorni saranno molto significativi.