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Guerra in Ucraina

Perché oggi è così difficile un accordo di pace tra Russia e Ucraina

Sulla possibilità che Kiev e Mosca riaprano un negoziato di pace pesano anche le strategie di alcuni Paesi europei: alcuni vogliono continuare a inviare armi a oltranza all’Ucraina, altri sono decisamente più riluttanti a un prolungamento del conflitto.
A cura di Davide Falcioni
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Che quella in Ucraina non sarebbe stata una guerra breve è stato chiaro fin dai primi giorni: le forze armate di Kiev infatti hanno dimostrato capacità militari e coraggio fuori dal comune e sono riuscite a respingere i russi dalla capitale, imponendo a Mosca di concentrare i suoi sforzi esclusivamente nel Donbass. Dopo tre mesi di guerra, tuttavia, l'esercito russo sta giorno dopo giorno conquistando porzioni di territorio e lo stesso governo ucraino ha ammesso che la situazione è estremamente difficile, chiedendo ai Paesi occidentali di velocizzare le forniture di armi e intensificare in particolare l'invio di pezzi di artiglieria. Già, le forniture di armamenti sono diventate il principale snodo della guerra: con il passare del tempo, anche sulla spinta delle rispettive opinioni pubbliche, alcuni tra i principali Paesi europei sembrano preferire la strada della diplomazia a quella delle sole armi. Gli appelli del Papa e le frequenti conversazioni telefoniche tra Putin e i leader del Vecchio Continente sembrano suggerire un cambio di strategia da parte di alcuni stati membri dell'UE, mentre altri continuano a non vedere nessuno spiraglio di trattativa con il Cremlino.

Perché la Germania è riluttante all'invio di armi a Kiev

Proprio le divisioni interne all'Unione Europea sembrano, oggi, il principale ostacolo all'apertura di un negoziato di pace tra Russia e Ucraina. Citando fonti della Nato, l'agenzia di stampa nazionale tedesca DPA ha reso noto che i membri dell'alleanza avrebbero concordato informalmente di non fornire alcune armi all'Ucraina, temendo che la Russia possa vedere le consegne di carri armati e aerei da combattimento come un atto esplicito di belligeranza da parte dell'Occidente. Il Paese più riluttante continua ad essere la Germania, che fin dalle prime settimane ha apertamente dichiarato di essere contraria all'invio di armi pesanti all'Ucraina nel tentativo di ricostruire più facilmente relazioni positive con Mosca una volta che la guerra sarà terminata. Anche Israele ha detto un secco "no" alla richiesta degli Stati Uniti di consentire alla Germania di inviare missili anticarro Spike in Ucraina, razzi prodotti in Germania con tecnologia israeliana e su licenza israeliana. Sin dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia Tel Aviv ha assunto una posizione neutrale e si è rifiutato di fornire armi all'Ucraina. Anche Francia e Italia, tuttavia, sono più propensi a una soluzione negoziale, tant'è vero che Mario Draghi ha depositato all'ONU una serie di proposte per un cessate il fuoco.

Regno Unito e Polonia vogliono una vittoria della guerra da parte dell'Ucraina

Ci sono però anche Paesi che propongono una strategia diametralmente opposta. Oltre agli Stati Uniti, principale fornitore di aiuti militari a Kiev, c'è il Regno Unito. Intervenuto pochi giorni fa da Sarajevo il ministro degli Esteri britannico Liz Truss, definito dal Guardian un "falco di guerra", ha messo in guardia l'Occidente insistendo sulla necessità di inviare più armi all'Ucraina e inasprire le sanzioni. Londra può contare su fedeli alleati nell'Europa orientale e nei Paesi baltici, ma come abbiamo visto non a Berlino e neppure a Parigi. La Polonia ha pesantemente criticato le titubanze accusando il cancelliere Scholz di non volere che nessuno tra Russia e Ucraina vinca la guerra.

Insomma, la possibilità che Russia e Ucraina possano stipulare un accordo di pace oggi appare estremamente remota ma dipende anche dalla volontà di altri Paesi; una parte dell'Europa spinge su un negoziato, un'altra invece auspica una vittoria sul campo di Kiev.

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