Russia-Ucraina, perché non è possibile un intervento dei soldati Onu
L'Onu può inviare truppe in Ucraina? Per cercare di rispondere a questa domanda, occorre prima ricordare la struttura delle Nazioni Unite: ebbene la Russia è uno dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, che è composto, in pratica, dagli Stati vincitori della seconda guerra mondiale. Oltre alla Russia ci sono infatti la Cina, la Francia, il Regno Unito e gli Stati Uniti. Non è un fatto di poco conto, perché le decisioni del Consiglio hanno bisogno di una maggioranza di almeno nove dei quindici Stati membri (i dieci non permanenti sono eletti ogni due anni dall'Assemblea dell'Onu) e, soprattutto, del voto di tutti i cinque membri permanenti.Questi ultimi, infatti, possono esercitare il diritto di veto e quindi possono bloccare una risoluzione.
La condanna dell'aggressione russa da parte dell'Onu
La Russia, per esempio, ha votato contro la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di condanna dell’aggressione militare in Ucraina. e quindi ha opposto un veto alla mozione. Il documento è stato approvato, però, dall'Assemblea, dove il Paese governato da Vladimir Putin non ha potere di veto. In questo caso sono stati 141 i voti a favore, con 5 contrari (oltre alla Russia, la Bielorussia, L'Eritrea, la Corea del Nord e la Siria) e 35 gli astenuti. La sessione è stata convocata per il 28 febbraio e si è trattato di una sessione di emergenza, l'undicesima nella storia. La comunità internazionale ha chiesto ha condannato l'aggressione russa, ha chiesto di cessare l'uso della forza contro l'Ucraina, il ritiro immediato e incondizionato.
Secondo il professore Edoardo Greppi, docente di International Institutional Law e di Diritto internazionale umanitario e tutela dei diritti umani all’Università di Torino, "in teoria l'Onu potrebbe attivarsi facendo riferimento alla violazione, da parte della Russia, delle norme di diritto internazionale che proteggono la sovranità degli Stati e, conseguentemente, richiamando l'applicabilità del Capitolo VII dello Statuto delle Nazioni Unite". Tuttavia questa opzione viene ritenuta da Greppi alquanto improbabile: "Il Consiglio di Sicurezza risulta, infatti, paralizzato e incapace di agire efficacemente, in quanto la crisi riguarda direttamente un membro permanente".
Perché l'Onu non invierà i ‘caschi blu' in Ucraina
Alla luce di queste considerazioni, l'Onu può fare qualcosa? Nel suo statuto il capitolo VII è proprio dedicato alle azioni rispetto alle minacce di pace, alla violazione della pace e agli atti di aggressione. Tra i compiti del Consiglio di Sicurezza c'è quello del peacekeeping, cioè del mantenimento della pace e della sicurezza collettiva. In base al capitolo VII l'Onu può decidere di intervenire con operazioni mediante forze aree, navali o terrestri di membri delle Nazioni Unite.
Recita l'articolo 42:
"Se il Consiglio di Sicurezza ritiene che le misure previste nell’art. 41 siano inadeguate o si siano dimostrate tali, esso può intraprendere, con forze aeree, navali o terrestri, ogni azione che sia necessaria per mantenere o ristabilire la pace e la sicurezza internazionale. Tale azione può comprendere dimostrazioni, blocchi ed altre operazioni mediante forze aeree, navali o terrestri di Membri delle Nazioni Unite"
Le azioni di peacekeeping, tuttavia, vengono decise dal Consiglio di sicurezza e la Russia, ovviamente, eserciterebbe il potere di veto in quanto membro permanente. Insomma, il diritto di veto rende impossibile ogni azione da parte dei ‘caschi blu' dell'Onu sul territorio ucraino.
Alcuni esperti fanno però riferimento alla risoluzione 377A "Uniting for peace", la quale conferirebbe all'Assemblea i poteri del Consiglio in caso di stallo. In linea teorica questa risoluzione stabilisce che se il Consiglio "non dovesse adempiere al suo compito primario di mantenere la pace e la sicurezza internazionali, qualora si profilasse una qualsiasi minaccia per la pace, violazione della pace o atto di aggressione". In queste circostanze dovrà essere l'Assemblea a decidere misure collettive "incluso, se necessario, nel caso di una violazione della pace o di atti di aggressione, l’uso di forze armate, per mantenere o ripristinare la pace e la sicurezza internazionali". Nella realtà, però, questa risoluzione non è mai stata applicata.