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Perché migliaia di donne russe incinte stanno volando in Argentina per partorire

Mentre in Russia il tasso di natalità continua a diminuire a causa del conflitto con l’Ucraina, Buenos Aires offre un posto sicuro alle partorienti: ogni giorno nella capitale argentina arrivano tra le 30 e le 40 donne incinte. I motivi sono ben precisi.
A cura di Biagio Chiariello
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Oltre 5.000 donne russe incinte sono entrate in Argentina negli ultimi mesi, di cui 33 su un unico volo nella giornata di giovedì 9 febbraio. Gli ultimi arrivi hanno riguardato tutte donne nelle ultime settimane di gravidanza, secondo l'agenzia nazionale per le migrazioni. Un fenomeno che è chiaramente legato al conflitto in Ucraina e alle sanzioni che inevitabilmente si propagano ai cittadini di Mosca & c.

Ormai è definito ‘turismo delle nascite’. Il piccolo che nasce qui acquista automaticamente per legge la nazionalità argentina e in breve tempo anche i genitori possono ottenere il passaporto. Un documento d'oro, di questi tempi, per i russi: permette di entrare in 171 Paesi senza visto, molti dei quali oggi vietati ai russi.

Secondo l’ambasciata russa a Buenos Aires, i cui dati sono stati diffusi in anteprima dal Guardian, nel 2022 sono stati circa 2.500 i russi che si sono trasferiti in Argentina e potrebbero salire a 10mila nell’anno in corso. Molte sono donne incinte, ultimamente con una media tra 30 e 40 arrivi a settimana. Raccontano di essere contrarie all’aggressione dell’Ucraina e per ciò stesso temono ritorsioni da parte del regime di Putin. Si stima che quest'anno si supererà la soglia di 10.000 neonati russo-argentini.

Delle 33 donne arrivate giovedì nella capitale argentina, tre sono state arrestate a causa di "problemi con la loro documentazione", lo stesso numero di quelle arrivate il giorno prima, ha detto a La Nacion la direttrice dell'agenzia per le migrazioni Florencia Carignano. È già capitato nei mesi scorsi.

Quando incappano in controlli simili vengono lasciate in aeroporto in attesa dei provvedimenti successivi e rifiutano un biglietto di ritorno in Russia, offerto dalla compagnia di bandiera. Dormono in aeroporto, assistite dalle autorità sanitarie argentine che garantiscono controlli medici ogni tre ora. Normalmente sono tra la 30esima e la 34esima settimana di gestazione.

Nel reportage pubblicato dal Guardian, è stata raccontata la storia di Polina Čerepovickaja, una delle russe che ha deciso di trasferirsi in Argentina per la nascita del figlio. Čerepovickaja e suo marito hanno lasciato la Russia non appena è iniziata l’invasione, dato il numero di porte che si stavano chiudendo per i cittadini russi.

"Ho scoperto di essere incinta poco dopo l’inizio della guerra in Ucraina", dichiara Čerepovickaja. "Quando abbiamo visto che le frontiere cominciavano a chiudersi rapidamente, abbiamo capito che dovevamo trovare un posto da poter raggiungere con facilità. Un passaporto argentino aprirà molte strade a mio figlio", racconta la madre russa.

Inoltre, esistono associazioni che aiutano le donne a sbrigare le pratiche burocratiche. Una di queste è Baby.RuArgentina, il cui fondatore, Kirill Makokeev, ha dichiarato nell’intervista al giornale britannico che la sua società ha aiutato più di cento donne russe e i loro partner nell’ultimo anno, come riportato da DW. Secondo Makokeev, ogni giorno sbarcano a Buenos Aires più di una “dozzina di russe incinte”.

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