Perché l’eventuale caduta di Mariupol è importante per la Russia: possibili conseguenze per l’Ucraina
Mariupol è la città ucraina più colpita dall'offensiva russa negli ultimi giorni. Hanno fatto il giro del mondo le immagini dei bombardamenti all'ospedale pediatrico e al teatro della cittadina portuale che si trova nella regione meridionale della Priazovia e che si affaccia sul mar d'Azov. Migliaia di persone sono fuggite, ma altre continuano a combattere, anche se secondo fonti ufficiali la situazione per gli ucraini si fa sempre più difficile: mancano munizioni, cibo e acqua. Se la città dovesse cadere nelle mani dei russi, sarebbe una "vittoria" strategica importante per Mosca che potrebbe poi concentrarsi sulla battaglia finale in Donbass.
Secondo il vicesindaco Serhiy Orlov, "metà delle bombe cadute in Ucraina sono state indirizzate a Mariupol. È una seconda Hiroshima". Ma perché per i russi ed anche per gli ucraini è così importante?
Cosa significherebbe la caduta di Mariupol per l’Ucraina
Ma la città riveste anche una certa importanza dal punto di vista economico: Mariupol è infatti un importante hub di esportazione per l'acciaio, il carbone e il grano dell'Ucraina destinati ad altri Paesi, in primi del Medioriente e del Mediterraneo, tra cui Cipro, Egitto e Italia. È tra i più importanti porti del Paese. Perdere Mariupol sarebbe un duro colpo per l'economia ucraina.
Un ponte tra la Crimea e il Donbass
Prima di tutto, Mariupol si trova geograficamente in una posizione strategica per la Russia, un ponte terrestre tra la Crimea, annessa a Mosca dal 2014, e la regione del Donbass con le sue autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk. Mariupol ostacola ostinatamente le forze russe che sono emerse dalla penisola di Crimea e che stanno spingendo verso nord-est per cercare di unirsi agli alleati separatisti ucraini nella regione del Donbass.
Il valore simbolico della caduta di Mariupol
Mariupol, inoltre, rappresenta per Mosca una opportunità di propaganda, dal momento che ospita un'unità della milizia ucraina chiamata Brigata (o Battaglione) Azov, di cui fanno parte estremisti di destra tra cui neonazisti. Sebbene costituiscano solo la frazione più piccola delle forze combattenti ucraine, che hanno avuto un ruolo importante all’inizio del conflitto nel Donbass, nel 2014, tra i separatisti filorussi e le forze ucraine, ciò ha fornito a Mosca un pretesto per raccontare alla popolazione russa che i giovani che ha inviato a combattere in Ucraina sono lì per "liberare il loro vicino dai neonazisti". Ne è un esempio quanto successo dopo l'attacco all'ospedale pediatrico di Mariupol dello scorso 10 marzo. La Russia ha ammesso di aver colpito la struttura "usata come base del Battaglione Azov", ha spiegato il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, sostenendo che la frangia estrema delle truppe di Kiev usa"civili come scudi umani", tenendoli "come ostaggi".
Infine, una vittoria russa a Mariupol consentirebbe al Cremlino di mostrare alla sua popolazione – attraverso i media controllati dallo Stato – che la Russia sta raggiungendo i suoi obiettivi e sta facendo progressi. Ma per gli ucraini, la perdita di Mariupol sarebbe un duro colpo. Per questo, il presidente Zelensky ha esortato il suo popolo "a combattere, a continuare a combattere. Mariupol è stata ridotta in cenere" dall'aggressione militare russa, "ma sopravviverà". Sempre Zelensky aveva paragonato l'assedio di Mariupol a quello di Leningrado (oggi San Pietroburgo) realizzato dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale: "Sono fiducioso che saremo in grado di ricostruire rapidamente il nostro Paese. Non importa quanto siano grandi le perdite, sarà una ricostruzione storica, un progetto che ispirerà il mondo proprio come la nostra lotta per la libertà, la nostra lotta per l'Ucraina".