Perché l’Ucraina ha attaccato Sebastopoli: 3 bimbi morti nel raid. La Russia: “Usa responsabili”
È di 5 morti, tra cui tre bambini, il bilancio dell'attacco missilistico a Sebastopoli, in Crimea. Secondo il governatore russo della città, Mikhail Razvozhaev, i feriti sono oltre cento a causa della caduta di detriti di cinque missili ucraini.
Dopo il raid, il presidente russo Vladimir Putin si è subito messo in contatto con il governo e i militari locali. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato: "Il presidente è in contatto con l'amministrazione e il servizio sanitario. Il compito principale ora è quello di offrire tutta l'assistenza necessaria ai feriti. Il presidente è anche in contatto con i militari". Le dichiarazioni di Peskov sono state riportate dall'agenzia Tass.
Ma intanto il Ministero della Difesa russo ha puntato il dito contro gli USA, evidenziando come nel raid siano state usate bombe a grappolo. "Tutte le specifiche di volo per l'uso degli Atacms sono inserite dagli specialisti Usa sulla base dei propri dati di ricognizione satellitare. Per questo motivo la responsabilità dell'attacco missilistico deliberato contro i civili a Sebastopoli ricade innanzitutto su Washington che ha fornito queste armi all'Ucraina, e sul regime di Kiev, dal cui territorio è stato effettuato l'attacco", ha affermato domenica il dicastero citato dalla Tass.
Non solo a Sebastopoli. Colpite anche altre località della Crimea, come Simferopoli, Gvardeyska, Evpatoria e Dzhankoi. Il governatore Razvozzhayev ha proclamato un giorno di lutto per oggi, 24 giugno, scrivendo su Telegram: "A causa della tragedia avvenuta oggi, domani, 24 giugno, sarà dichiarato giorno di lutto a Sebastopoli".
L'obiettivo del raid di ieri era probabilmente la base aerea di Belbek, nei sobborghi della città occupata dai russi, utilizzata dall'Ucraina prima che Mosca annettesse la Crimea nel 2014.
Quello di Sebastopoli è un attacco che potrebbe essere letto nella volontà dell'Ucraina di rendere sempre più difficile la presenza militare russa in Crimea, cercando di puntare ad infrastrutture strategiche e limitare la capacità operativa del Cremlino nell'area.