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Guerra in Ucraina

Perché l’India non condanna l’invasione russa dell’Ucraina

Perché l’India ha un atteggiamento così moderato nei confronti della Russia? In primo luogo il Cremlino è stato storicamente ed è tuttora uno dei maggiori fornitori di armi di quel Paese.
A cura di Enrico Tata
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Putin e Modi
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Lo scorso 2 marzo l'India si è astenuta dal condannare esplicitamente l'invasione russa dell'Ucraina. Insieme a Cina ed Emirati Arabi Uniti non ha votato la risoluzione all'Assemblea Generale dell'Onu che chiedeva a Putin di "ritirare immediatamente e incondizionatamente le proprie forze militari". Il documento è stato approvato con 141 voti favorevoli, 5 contrari (Russia, Siria, Eritrea, Corea del Nord e Bielorussia) e 35 astenuti, tra cui la Cina e l'India. Il quotidiano "The Times of India" ha scritto che anche il Congresso nazionale indiano, la principale forza di opposizione nel Paese, ha appoggiato la decisione del governo sull'astensione e in un sondaggio si è detto favorevole a questo voto circa il 60 per cento degli intervistati. Il 25 marzo l'India si è astenuta nuovamente su una risoluzione che riconosce come l'offensiva militare russa abbia causato conseguenze che non si vedevano in Europa da molti decenni. Il rappresentante dell'India, T.S. Tirumurti, ha dichiarato che il testo "non riflette pienamente l'attenzione alle sfide del momento attesa dal suo Paese, secondo il quale gli sforzi dovrebbero essere concentrati sula cessazione delle ostilità e sull'assistenza umanitaria urgente. Le Nazioni Unite dovrebbero contribuire alla de-escalation del conflitto e promuovere il dialogo e la diplomazia".

Perché l'India non condanna esplicitamente la Russia

Perché l'India ha un atteggiamento così moderato nei confronti della Russia? In primo luogo il Cremlino è stato storicamente ed è tuttora uno dei maggiori fornitori di armi di quel Paese. Circa metà dei caccia indiani e tutti i carroarmati provengono proprio dalla Russia. Il 6 dicembre scorso, inoltre, Vladimir Putin ha visitato l'india dopo che il governo di Narendra Modi ha acquistato 5 miliardi di dollari di armi. Dal 1950 al 2020, infine, circa il 65 per cento degli armamenti acquistati dal Paese asiatico arrivava da Mosca.

Come ricorda Ugo Tramballi, giornalista e consigliere scientifico per l'India dell'Ispi, fu l'Unione Sovietica a costruire l'industria pesante indiana quando gli inglesi abbandonarono il Paese nel 1947. "Senza l'intensa collaborazione passata con Mosca, l'India non sarebbe ciò che è oggi: una potenza in fieri", spiega Tramballi.  È per questo che Modi "non può condannare esplicitamente l'aggressione all'Ucraina, come forse vorrebbe". In realtà, chiarisce ancora Tramballi, all'India gli Stati Uniti servono "nel nuovo contesto geopolitico dell’Asia".

Annota sul Corriere della Sera Antonio Armellini, ambasciatore, diplomatico italiano già portavoce di Altiero Spinelli, che un'esplicita condanna dell'invasione russa farebbe schiacciare la Russia sulla Cina e questo cambierebbe i rapporti di forza nel continente asiatico. Nella pratica questo potrebbe significare un abbandono "del cruciale sostegno di Mosca nel confronto con il Pakistan".

L'India e il rapporto con gli Stati Uniti

Carlo Pizzati, giornalista e scrittore, ha scritto su la Repubblica che l'India sta facendo "l'equilibrista" anche "per contenere un allineamento troppo forte Mosca-Pechino che sarebbe troppo rischioso". L'India è tradizionalmente un Paese "non allineato" e ha sviluppato stretti rapporti sia con gli Stati Uniti (da cui negli ultimi anni sta acquistando armi, che quindi non dipendono più soltanto dalla Russia) che con Putin. Il QUAD, un accordo tra India, Stati Uniti, Australia e Giappone, nota ancora Tramballi, "era nato come una specie di protezione civile regionale contro gli tsunami. Ora è sempre più un fronte politico e militare per contenere l'espansionismo cinese".  "Il 60% dell'armamento indiano è ancora di fabbricazione russa. Le linee di rifornimento per le parti di ricambio, sono ancora essenziale per la Difesa indiana", fa notare ancora il giornalista. "Ma se la minaccia principale e l'obiettivo sono l'espansionismo cinese e il suo contenimento, il QUAD e le altre associazioni multilaterali emergenti in Asia per contrastare Pechino, hanno un'importanza maggiore". In sintesi, "per l'India è arrivato il momento di scegliere".

Secondo Danilo Taino, firma del Corriere della Sera, nelle scelte indiane c'è anche una questione puramente politica: di fatto i Paesi occidentali e gli Stati Uniti hanno lasciato soli sia l'Ucraina (non sono intervenuti direttamente) che l'Afganistan. "La lezione da trarne è che se un Paese non fa parte della Nato gli Stati Uniti non lo difendono – dice Vas Shenoy, un analista esperto di rapporti tra Asia meridionale e Occidente – Non si sa se interverrebbero in caso di attacco cinese a Taiwan. Ma interverrebbero se ci fossero scontri sul confine tra India e Cina, dove stanno ora crescendo tensioni? Interverrebbero se Pechino schierasse missili in Myanmar, dove sostiene il regime, mossa alla quale Delhi non potrebbe non reagire?".

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