Perché la storia di “genitore 1 e genitore 2” citata da Putin è una fake news che gira da dieci anni
Anche Vladimir Putin ha paura del genitore uno e del genitore due. Incredibile ma vero, il leader del Cremlino – nel giorno dell'annessione illegale dei territori ucraini alla Federazione Russa – ha tenuto un discorso in cui ha citato la fake news per eccellenza della destra italiana: quella secondo cui qualcuno vorrebbe sostituire padre e madre con genitore uno e genitore due. Se ne parla ormai da quasi dieci anni e la storia è stata – in verità – confutata più volte. Nonostante ciò è diventata un elemento di propaganda per Matteo Salvini e Giorgia Meloni (ricorderete il suo celebre discorso in cui dice di essere una donna, madre, cristiana, eccetera).
"Vogliamo che in Russia ci siano il genitore 1 e il genitore 2 invece di mamma e papà? Siamo completamente impazziti? – ha chiesto Putin, retoricamente, durante la cerimonia di questa mattina – Vogliamo che i nostri bambini siano indottrinati sul fatto che ci sono altri generi rispetto a maschile e femminile?". Insomma, anche il leader del Cremlino si scaglia contro la famosa "ideologia gender" che tanto terrorizza la destra italiana e cita proprio un esempio del nostro Paese. Peccato, però, che quella storia sia un falso acclarato. Nonostante i leader politici ne abbiano dibattuto a lungo, l'ultima volta un anno e mezzo fa.
Tutto nasce nel 2015 con l'entrata in vigore della carta di identità elettronica, che tutti nel tempo abbiamo imparato a conoscere. Per quanto riguarda i minori, sul nuovo documento e nelle leggi che ne regolamentavano l'uso, era indicato il termine "genitori" e non "madre" e "padre". Anche perché venivano tradotti con "parents" in lingua inglese. Nel 2019 Salvini – al ministero dell'Interno durante il governo gialloverde – cambiò la legge e sostituì la dicitura con "padre e madre".
Da allora è cominciata questa battaglia contro chi vorrebbe imporre questa fantomatica "ideologia gender", mentre in verità si tratta di un'indicazione del Garante della protezione dei dati personali. In ogni caso "genitore uno e genitore due", sui documenti non ci sono mai stati. Ma in ogni caso è bastato per creare uno slogan che stavolta ha superato i confini italiani, arrivando fino al Cremlino.