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Covid 19

Perché la pandemia di Covid-19 non è finita e perché c’entra la Cina

Gli esperti dell’OMS avvertono dei rischi che la nuova ondata di Covid in corso in Cina può portare al mondo intero: “Quello che sta succedendo è una sorta di jolly rispetto alla possibile fine della pandemia”.
A cura di Ida Artiaco
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Immagine di repertorio.
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Che la fine della pandemia di Covid-19 non si ancora arrivata è un dato di fatto, sul quale concordano numerosi esperti, anche se nella maggior parte del mondo sono state eliminate tutte le misure anti-contagio ed è iniziata una fase di convivenza col virus, anche grazie alle alte percentuali di vaccini somministrati.

Tuttavia, ad allontanare ulteriormente la fine dell'emergenza globale c'è la Cina, dove è in corso una "ondata di infezione potenzialmente devastante", come l'hanno definita scienziati e consulenti dell'Organizzazione mondiale della Sanità.

Le proiezioni hanno suggerito che il Paese del Dragone potrebbe dover fronteggiare più di un milione di morti nel 2023 dopo il brusco cambiamento di rotta dovuto all'abbandono della politica Zero Covid, dopo le proteste di massa senza precedenti negli ultimi 30 anni che si era verificate nelle scorse settimane.

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Secondo gli esperti, infatti, l'approccio cinese di tolleranza zero nei confronti del virus ha mantenuto le infezioni e i decessi relativamente bassi tra la popolazione, ma un allentamento delle regole ha cambiato il quadro globale.

"La domanda è se si possa definire post-pandemia un periodo in cui una parte così significativa del mondo sta effettivamente entrando nella sua seconda ondata", ha detto la virologa olandese Marion Koopmans, consulente dell'Oms, aggiungendo: "È chiaro che ci troviamo in una fase molto diversa della pandemia, ma nella mia mente l'ondata in corso in Cina è una sorta di jolly".

Non più tardi dello scorso mese di settembre, il capo dell'OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, aveva affermato che "la fine è in vista" per la pandemia, ed anche la scorsa settimana ha detto ai giornalisti a Ginevra di essere "fiducioso" in una fine dell'emergenza nel 2023. Ma questo era prima che dalla Cina arrivassero le notizie di ospedali quasi al collasso e medici costretti a lavorare anche da positivi per la mancanza di personale.

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Oltre ai rischi per la Cina, alcuni esperti hanno avvertito che consentire al virus di diffondersi potrebbe anche dargli la possibilità di mutare, creando potenzialmente una nuova pericolosa variante.

Una situazione, dunque, preoccupante al punto che gli Stati Uniti hanno dichiarato di esser pronti ad assistere la Cina, avvertendo che una diffusione incontrollata potrebbe avere implicazioni per l'economia globale.

"Notiamo anche che ciò che accade in Cina ha implicazioni per l'economia globale. Sappiamo anche che ogni volta che il virus si sta diffondendo ovunque in modo incontrollato, ha il potenziale per l'emergere di varianti", ha spiegato il segretario di Stato, Ned Price.

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