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Guerra in Ucraina

Perché la Nato non è intervenuta in Ucraina dopo l’entrata delle truppe russe nel Donbass

La Nato ha iniziato a mobilitare le proprie forze verso il proprio confine orientale, ma l’obiettivo è ancora di deterrenza. Se avesse infatti potuto (o voluto) intervenire, lo avrebbe fatto nel momento stesso in cui i blindati russi sono entrati nel Donbass. Ma l’Ucraina non è un Paese Nato per cui un’aggressione nei suoi confronti non mobilita automaticamente tutti i membri dell’Alleanza.
A cura di Annalisa Girardi
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Ben 800 soldati statunitensi saranno trasferiti dall'Italia ai Paesi Baltici. Lo ha annunciato il presidente Usa Joe Biden, spiegando di aver autorizzato un "dispiegamento aggiuntivo" di truppe nei Paesi al confine con la Russia, membri della Nato. Non solo: il Pentagono ha anche approvato il trasferimento in Germania di otto F35 e 20 elicotteri da attacco Apache verso il confine orientale della Nato. Insomma, l'Alleanza Atlantica inizia a dispiegare le proprie forze, ma in realtà l'obiettivo è ancora di deterrenza. Se avesse infatti potuto (o voluto) intervenire, lo avrebbe fatto nel momento stesso in cui i blindati russi sono entrati nel Donbass per l'operazione di "peacekeeping" annunciata da Vladimir Putin dopo il riconoscimento dell'indipendenza delle repubbliche separatiste dell'Ucraina orientale. Ma non l'ha fatto e la ragione è semplice: l'Ucraina non è un Paese Nato per cui un'aggressione nei suoi confronti non mobilita automaticamente tutti i membri dell'Alleanza.

Proprio l'appartenenza o meno dell'Ucraina alla Nato è uno dei motivi che ha fatto salire alle stelle la tensione nelle ultime settimane. E lo ha ribadito anche Putin nel suo discorso alla nazione di lunedì sera: la Russia non ha alcuna intenzione di accettare la Nato ai propri confini, a maggior ragione se si tratta dell'Ucraina, che il presidente russo non ha riconosciuto come una nazione vera e propria, ma come un territorio che nonostante condivida storia e cultura con la Russia, è stato svenduto dai bolscevichi all'Occidente e ora funziona come fantoccio di Stati Uniti ed Europa.

Con il riconoscimento delle repubbliche separatiste e l'invio delle truppe nel Donbass, Putin ha di fatto stracciato gli accordi di Minsk. Ed è stato lui stesso, dopo aver accusato Kiev diverse volte nelle ultime settimane di non averli rispettati, ad aver ammesso che quegli accordi non esistono più: "Gli accordi di Minsk non esistono più, abbiamo riconosciuto le repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk. La soluzione migliore sarebbe che l'Ucraina rinunciasse spontaneamente all'ambizione di aderire alla Nato. Sappiamo che l'Ucraina ha una capacità nucleare e ha fatto ricerca per aumentarla, ha diversi missili in dotazione ed è una reale minaccia strategica per la Russia".

Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, da parte sua, ha detto: "Nelle scorse settimane abbiamo dispiegato migliaia di soldati aggiuntivi nella parte orientale dell'Alleanza. Abbiamo oltre 100 jet ad allerta alta e ci sono oltre 120 navi in mare, dall'alto nord al Mediterraneo. Continueremo a fare tutto ciò che è necessario per proteggere gli alleati dalle aggressioni". Però, come abbiamo detto, l'Ucraina non è un'alleata della Nato e quindi non gode della protezione automatica dell'Alleanza.

Ed è anche molto difficile che entri a breve a farne parte. Il primo ad aprire a questa possibilità era stato George W. Bush all'inizio degli anni Duemila. Putin nel suo discorso di lunedì sera aveva anche ricordato di aver chiesto lui stesso anche a Bill Clinton in quegli anni come vedesse una possibile entrata dell'Ucraina nella Nato e che l'ex presidente statunitense gli avesse detto che l'Alleanza non avesse alcun bisogno di includere Kiev. Nonostante dalla retorica delle ultime settimane abbia dipinto la situazione come se l'Ucraina stesse a tutti gli effetti per entrare nella Nato, in realtà questa è un'eventualità lontanissima. E anche improbabile, a dirla tutta.

Non tutti i Paesi dell'Alleanza sono favorevoli a un allargamento verso un Paese come l'Ucraina e basta un solo veto perché uno Stato non sia reso un membro. Un altro requisito definito dai trattati, inoltre, stabilisce che i membri dell'Alleanza possono invitare un altro Stato europeo (quindi non sarebbe comunque l'Ucraina a chiedere di partecipare, dovrebbe essere invitata) "in condizione di soddisfare i principi di questo trattato e di contribuire alla sicurezza dell'area nord-atlantica": il fatto di avere un territorio conteso all'interno dei propri confini, chiaramente, potrebbe non rispettare i criteri di sicurezza richiesti ai Paesi membri.

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