Perché la guerra in Ucraina sta portando a una carestia devastante in Africa
Non solo crisi energetica in Europa, non solo tensioni geopolitiche internazionali e rischi di escalation mondiali. La guerra in Ucraina sta avendo effetti drammatici anche in Africa meridionale, causando una vera e propria carestia. Il conflitto può sembrare lontano da questa parte del mondo, ma molti Paesi africani dipendono letteralmente dalle importazioni di grano da Kiev e Mosca. Ora i prezzi, già saliti per la ripresa degli scambi commerciali dopo il Covid, stanno letteralmente esplodendo, peggiorando una situazione economica ed umanitaria già precaria. L'effetto, rispetto all'Europa, non è quindi comparabile.
In particolare preoccupa il prezzo del frumento. Il costo della sua farina era già aumentato del 15% rispetto all'anno scorso prima della guerra e nelle prossime settimane, secondo diversi economisti, è destinato a raddoppiare. A questo si somma il boom sul petrolio che fa salire i costi di trasporto. In Kenya, ad esempio, il pane è diventato un prodotto che in pochi possono permettersi di comprare. Per questo è aumentato in maniera significativa il consumo di patate, anche a colazione. Un cibo meno costoso e più accessibile, ma in questo modo l'alimentazione si impoverisce, con effetti molto negativi sulla salute, lì dove l'aspettativa media di vita è sensibilmente più bassa rispetto all'Occidente (in Mozambico è di 56 anni, contro gli 83 dell'Italia).
Più della metà dei generi alimentari distribuiti dal Programma alimentare mondiale, poi, proviene dall'Ucraina. Ora, quindi, distribuire cibo diventa molto più complicato e la rabbia monta tra le popolazioni africane. Sempre in Kenya è esploso su Twitter l'hashtag #lowerfoodprices. Centinaia di persone sfogano sui social la loro rabbia, chiedendo al governo di fare qualcosa. Ma intervenire per i leader africani è praticamente impossibile: il Kenya in particolare è pieno di debiti e da tempo il Fondo monetario internazionale chiede aumenti di entrate. Per questo l'esecutivo locale ha aumentato diverse tasse, anche sui prodotti alimentari, per poi subire i ritardi e i problemi della della catena di approvvigionamento globale causati dalla pandemia di coronavirus.