Perché la distruzione della diga di Kakhovka può mettere a rischio la centrale nucleare di Zaporizhzhia
Al momento non c'è alcun pericolo ma la situazione verrà monitorata attentamente dagli esperti. Parola di Rafael Mariano Grossi, direttore dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), che è intervenuto nel corso di una conferenza stampa tenutasi questa mattina, dopo che le forze russe hanno distrutto la diga di Nova Kakhovka, nell'area di Kherson, nell'Ucraina meridionale.
Ciò ha portato a una significativa diminuzione del livello del serbatoio utilizzato per fornire acqua di raffreddamento alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande in Europa e dell'Ucraina e attualmente sotto il controllo di Mosca. Il che ha fatto subito preoccupare le autorità locali sui rischi legati ad un possibile disastro nucleare.
La centrale idroelettrica di Nova Kakhovka ha infatti una importanza chiave per il funzionamento corretto della centrale di Zaporizhzhia, per il rifornimento della penisola di Crimea ed perché collega la sponda destra e sinistra del fiume Dnepr, il fiume diventato la linea del fronte tra l'esercito russo e quello ucraino. L'acqua del Dnepr e del bacino idrico di Kakhovka è vitale per il funzionamento dell'impianto nucleare, soprattutto per ricevere elettricità per i condensatori delle turbine e per i sistemi di sicurezza.
L'Aiea ha spiegato che "l'assenza di acqua di raffreddamento nei sistemi essenziali dell'acqua di raffreddamento per un lungo periodo di tempo provocherebbe lo scioglimento del carburante e l'inoperabilità dei generatori diesel di emergenza". Tuttavia, "la nostra attuale valutazione è che non vi è alcun rischio immediato per la sicurezza dell'impianto di Zaporizhzhia", anche perché ci sarebbe un certo numero di fonti alternative di acqua.
"Uno dei principali è il grande bacino di raffreddamento accanto al sito che per progettazione è mantenuto al di sopra dell'altezza del serbatoio. Poiché i reattori sono fermi da molti mesi, si stima che questo stesso bacino sarà sufficiente a fornire acqua per il raffreddamento per alcuni mesi. L'Agenzia lo confermerà a breve. È quindi fondamentale che questo bacino di raffreddamento rimanga intatto. Nulla deve essere fatto per minare potenzialmente la sua integrità. Chiedo a tutte le parti di garantire che non venga fatto nulla per indebolirlo", ha concluso Grossi, che la prossima settimana sarà proprio in Ucraina.