Perché la crisi dei sottomarini rischia di creare una frattura storica tra Francia, Australia e Usa
Non era mai successo che un paese alleato richiamasse i propri ambasciatori senza preavviso e soprattutto senza motivazione. È accaduto in Australia e negli Stati Uniti dove le rappresentanze diplomatiche della Francia presenti nei due paesi sono state richiamate in patria dal ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian che ha parlato di "consultazioni" immediate per motivare la sua scelta.
Scelta che apre alla possibilità di una vera e propria crisi diplomatica tra il paese guidato da Emmanuel Macron e Usa e Australia, dopo che quest'ultimo ha cancellato un contratto da 100 miliardi di dollari che prevedeva la fornitura da parte della Francia di sottomarini convenzionali. Il motivo è dato dalla creazione di un nuovo patto militare, soprannominato Aukus che prevede l'entrata in scena degli Stati Uniti che faranno arrivare a Canberra sottomarini a propulsione nucleare.
Dopo l'ira della Cina che ha puntato il dito contro la scelta di Biden accusato di "danneggiare gravemente la pace e la stabilità regionali, intensificando la corsa agli armamenti e danneggiando gli sforzi internazionali di non proliferazione nucleare", arriva anche quella della Francia che parla di "comportamento inaccettabile": "È stata una pugnalata alla schiena. Abbiamo costruito un rapporto di fiducia con l'Australia e questa fiducia è stata tradita. Tra alleati non si fa", le parole di Le Drian, che ha paragonato la scelta di Biden alla dottrina "America First" di Donald Trump. Dal canto loro gli Stati Uniti "sperano" di risolvere la loro disputa con la Francia sulla crisi dei sottomarini "la prossima settimana" quando si terrà l'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, ha detto Ned Price in un tweet.