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La storia di Taiwan: perchè la Cina la vuole e il ruolo degli USA

Quali sono i motivi storici, ideologici e geografici della tensione tra Taiwan e Cina e perché questa è peggiorata prima dopo la visita a Taipei di Nancy Pelosi ad agosto e poi nelle ultime settimane con l’incontro a Los Angeles tra la presidente Tsai Ing-wen e l’attuale speaker della Camera Usa McCarthy.
A cura di Ida Artiaco
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  • La storica tensione tra la Cina e la vicina isola di Taiwan continua a inasprirsi
  • L'ultimo evento che ha acuito le tensioni è l'incontro tra lo speaker della Camera USA McCarthy e la presidente di Taiwan Tsi-Ing-wen
  • Taiwan è de facto indipendente dal 1949, ma è da sempre rivendicata dalla Cina
  • I motivi delle tensioni tra Cina e Taiwan sono di ordine ideologico, economico, culturale e geopolitico

Dove si trova Taiwan, la posizione strategica sul Pacifico

La cartina geografica di Taiwan (Wikimedia).
La cartina geografica di Taiwan (Wikimedia).

L'isola di Taiwan (Formosa) si trova a pochi passi dalla Cina Continentale, da cui è separata dal cosiddetto Stretto di Taiwan, ed è poco più grande della Lombardia, con 23 milioni di abitanti. La sua importanza è prima di tutto geografica: storicamente la sua posizione al centro tra il nord-est e il sud-est asiatico ha servito una varietà di scopi strategici per le potenze regionali, sia offensivi che difensivi.

Perché la Cina vuole Taiwan, la storia della crisi e i motivi ideologici

Per Pechino, l'isola rappresenta l'ultimo tassello sulla strada del “ringiovanimento nazionale”, il processo storico avviato dal Partito per superare il secolo delle grandi umiliazioni. Il presidente Xi vorrebbe che la sua riunificazione alla Cina continentale avvenisse entro il 2049, l'anno del centenario della nascita della Repubblica Popolare Cinese.

Tutto è cominciato nel 1949, subito dopo la fine della guerra civile cinese, che si concluse con la vittoria dei comunisti guidati da Mao Zedong, che proclamò la Repubblica Popolare, e con la sconfitta dei nazionalisti di Chiang Kai-Shek, che si rifugiarono sull'isola di Taiwan con forze sufficienti a dissuadere Mao dal proseguire il conflitto.

Da allora entrambe le entità affermano di essere l'unica autorità legittima dell'intera Cina, ma nel corso dei decenni successivi la quasi totalità della comunità internazionale ha riconosciuto il governo di Pechino invece che quello di Taiwan.

Le storiche tensioni tra Cina e USA per Taiwan

Pu non riconoscendo ufficialmente Taiwan, nel 1979 gli Usa hanno approvato il Taiwan Relations Act, un patto che assegna all'isola un trattamento sostanzialmente alla pari di ogni altro Stato e stabilisce un'ambiguità strategica: Washington fornisce aiuti militari a Taiwan e, pur non impegnandosi ufficialmente a difenderla se venisse attaccata dalla Cina Popolare, non dice cosa farebbe in una tale eventualità.

Il che è stato ribadito, poco prima della visita di Pelosi, in un colloquio tra i presidenti cinese e americano Xi Jinping e Joe Biden, in cui il primo ha ribadito che la posizione del governo e del popolo cinese sulla questione di Taiwan “è coerente ed è la ferma volontà degli oltre 1,4 miliardi di cinesi di salvaguardare la sovranità nazionale e l'integrità territoriale della Cina”. L'opinione pubblica – continuano – non può essere sfidata. "Coloro che giocano con il fuoco ne moriranno", è l’avvertimento agli Usa.

La fiorente economia di Taiwan, leader nei microchip

Taiwan è molto importante anche dal punto di vista economico. È infatti la ventunesima economia al mondo ed è la patria della produzione dei semiconduttori, Tsmc ne è il campione. Nonostante le tensioni politiche e militari, nel 2021 le esportazioni di Taipei verso Pechino sono cresciute del 24,8%, raggiungendo il loro massimo storico. Oltre il 42% delle merci esportate da Taiwan sono state dirette nella Repubblica popolare.

Non solo. Per l'isola transita il 40% del commercio mondiale, un quarto delle quali sono americane, per un valore totale annuale di quasi 5,3 trilioni di dollari.

Quanti stati riconoscono l'indipendenza di Taiwan oggi

Taiwan non è riconosciuta né dalla Repubblica Popolare Cinese né dagli altri quattro membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'ONU (Stati Uniti, Russia, Regno Unito e Francia), nonché dal Canada e dagli altri Stati dell'Unione europea, ma intrattiene con tutti rapporti di collaborazione e di commercio. A dicembre 2021 è riconosciuta da 13 Stati sovrani in tutto il mondo oltre alla Santa Sede.

La Cina può davvero invadere Taiwan?

Secondo alcuni analisti, ripresi dalla CNN, la Cina ha il potere di prendere Taiwan, ma le costerebbe un prezzo estremamente sanguinoso. La Cina ha infatti più truppe, più missili e più navi di quanto ne abbiano Taiwan o i suoi possibili sostenitori, come gli Stati Uniti o il Giappone. Ciò significa che se la Cina è assolutamente determinata a conquistare l'isola, probabilmente può farlo, ma potrebbe significare una carneficina non indifferente tra i civili.

Cosa succede oggi tra Taiwan e Cina

Già lo scorso agosto, il viaggio a Taiwan di Nancy Pelosi aveva prodotto almeno due effetti: in primo luogo ha complicato l’agenda interna del presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping, alla ricerca di un nuovo mandato da parte del Congresso nazionale del Partito comunista, e in secondo luogo ha gettato le basi per una nuova crisi tra Washington e Pechino nello Stretto di Taiwan.

Il 4 agosto la Cina ha dato il via alle più grandi esercitazioni militari mai fatte intorno all'isola con il lancio di ben 11 missili balistici. Per Pechino si è trattato di “contromisure necessarie”. Taipei, da parte sua, ha schierato sistemi missilistici per tracciare l'attività dell'aviazione cinese, mentre le navi della sua Marina sono rimaste in zona per monitorare le manovre di Pechino.

Uno scenario simile si è aperto l'8 aprile, quando Pechino ha avviato una tre giorni di esercitazioni militari in risposta all'incontro tra la presidente Tsai Ing-wen e l'attuale speaker della Camera Usa McCarthy a Los Angeles. "Queste operazioni servono come un severo avvertimento contro la collusione tra le forze separatiste che cercano l'indipendenza di Taiwan e le forze esterne e contro le loro attività provocatorie", ha dichiarato Shi Yi, portavoce dell'esercito.

Immagine da Facebook (Tsai Ing-wen).
Immagine da Facebook (Tsai Ing-wen).

E anche dopo la fine dell'esercitazioni, l'11 aprile, il Ministero della Difesa di Taiwan ha rilevato ancora un totale di 26 jet militari e nove navi da guerra cinesi intorno all’Isola. Una situazione preoccupante tanto che il ministro degli Esteri di Taiwan, Joseph Wu, ha affermato: "Sembra che la Cina stia cercando di prepararsi a lanciare una guerra. I leader cinesi ci penseranno due volte prima di decidere di usare la forza contro Taiwan. E non importa se nel 2025 o nel 2027 o anche oltre, Taiwan deve semplicemente prepararsi".

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