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Perché la Cina sta rimandando gli aerei Boeing negli Usa: la ripicca contro i dazi di Trump

Nelle ultime ore due jet di Boeing, azienda statunitense, sono tornati dalla Cina agli Usa prima di essere completati e consegnati alle compagnie cinesi. Si tratterebbe di una mossa contro i dazi imposti da Donald Trump.
A cura di Luca Pons
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Due arei Boeing che si trovavano in Cina, in un centro dell'azienda statunitense a Zhoushan, per ricevere i tocchi finali e essere consegnati agli acquirenti cinesi, sono invece tornati a Seattle con un volo da circa 8mila chilometri. Anche se non ci sono ancora conferme ufficiali sulla motivazione di questo rientro inatteso, sembra evidente che sia la conseguenza dei dazi vertiginosi del 145% imposti da Donald Trump ai prodotti cinesi e i contro-dazi del 125% introdotti, in risposta, dal governo cinese sui beni americani. Non è ancora chiaro quale Paese abbia deciso di rimandare i Boeing negli Usa, ma solo una settimana fa il governo della Cina aveva ordinato alle compagnie aeree del Paese di non comprare più i jet statunitensi.

I due aerei rientrati a Seattle, nella sede di Boeing, erano modelli 737 Max, e avrebbero dovuto essere consegnati alla compagnia cinese Xiamen Airlines. Nel centro di Zhoushan c'era anche un altro aereo nella stessa situazione, che a questo punto potrebbe presto tornare negli Usa. Considerando che uno di questi velivoli può costare oltre 50 milioni di euro, le tariffe imposte dal governo cinese farebbero schizzare il suo costo a ben oltre 100 milioni. E anche se risulta che la Cina stia valutando di sostenere economicamente le proprie compagnie che noleggiano Boeing, al momento il costo sarebbe stato proibitivo. Per questo l'ipotesi più probabile è che sia stata proprio il governo cinese a ordinare la restituzione, anche se la cosa non è stata confermata.

Considerando il peso che la Cina ha nel commercio internazionale del settore aviario – secondo gli esperti, rappresenterà circa il 20% della domanda nei prossimi due decenni – il blocco imposto ai jet Boeing potrebbe essere un brutto colpo per l'azienda statunitense. Storicamente quasi un quarto delle sue consegne sono state destinate al mercato statunitense, anche se negli ultimi anni (tra la pandemia, altre tensioni commerciali e una serie di problemi di sicurezza per il modello 737 Max) questa percentuale si è ridotta.

D'altra parte, anche per la Cina potrebbe non essere semplice fare a meno di Boeing e degli Usa. Basta pensare allo squilibrio commerciale tra i due Paesi: al contrario di quanto lamentato da Donald Trump (il ‘deficit' per cui gli Usa avrebbero importato molto più di quanto esportavano, cosa vera in altri settori), in ambito aviario gli Stati Uniti hanno venduto alla Cina quasi 12 miliardi di dollari di prodotti solo lo scorso anno, e hanno comprato pochissimo da Pechino.

Il produttore cinese Comac, infatti, al momento nonostante i miliardi di dollari investiti dal governo negli ultimi anni non sarebbe ancora in grado di sostituire interamente la fornitura garantita da Boeing e altre aziende Usa. Anche i suoi aerei, infatti, utilizzano tecnologia comprata da imprese statunitensi del settore. La confusione legata ai dazi continua e si allarga al mercato degli aerei, quindi.

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