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Covid 19

Perché Johnson dice che la terza ondata della pandemia è una prospettiva concreta nel Regno Unito

Contrastare la pandemia è stato come “lottare nel buio contro un nemico crudele e invisibile”, ha detto il premier britannico Boris Johnson, secondo cui il Regno Unito deve essere conscio della prospettiva concreta di “una terza ondata” di ritorno dall’Europa continentale di contagi Covid alimentati dalle varianti.
A cura di Susanna Picone
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Il Regno Unito, complice una campagna di vaccinazione che va avanti a gonfie vele e delle misure restrittive ancora in vigore, sembra finalmente intravedere la luce fuori dal tunnel dopo un anno dalle prime restrizioni contro la pandemia di Coronavirus. Ma non per questo abbasserà la guardia. Lo ha fatto capire il premier Boris Johnson, secondo cui il Regno Unito deve essere conscio della prospettiva concreta di "una terza ondata" di ritorno dall'Europa continentale di contagi da Covid alimentati dalle varianti. Johnson a Downing Street ha parlato della necessità di una stretta ai confini ed è rimasto molto cauto sui tempi di ripresa dei viaggi internazionali. Il premier ha quindi insistito sui vaccini anti-Covid, confermando l'obiettivo di arrivare a "offrire una prima dose" a tutti gli adulti over 18 nel Regno per il 31 luglio. I consulenti Chris Whitty e Patrick Vallance hanno evocato anche la possibile necessità di ulteriori vaccinazioni in autunno tarate sulle varianti.

Contrastare la pandemia come "lottare nel buio contro un nemico crudele e invisibile"

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Il Regno Unito ha registrato più di 126.000 vittime a causa del Covid, il più alto numero di morti per pandemia in Europa e tra i bilanci più alti al mondo. Contrastare la pandemia è stato come "lottare nel buio contro un nemico crudele e invisibile, ma la scienza ci ha aiutati ad accendere la luce”, ha detto Johnson durante una conferenza stampa. Ha parlato della pandemia come di una "narrazione epica di resistenza e privazioni", ma alla fine "ce l'abbiamo fatta, insieme", anche se "abbiamo avuto così tante perdite". Il premier ha quindi ringraziato i cittadini il loro "coraggio, disciplina e pazienza". "Per l'intero popolo britannico è stata un'epopea di resistenza e privazione", "di feste di compleanno per bambini cancellate, di matrimoni posticipati, di riunioni di famiglia di ogni genere semplicemente cancellate dal diario”. “La cosa peggiore di tutte in quel periodo abbiamo subito così tante perdite. E per così tante persone, il nostro dolore è stato reso più acuto perché non siamo stati in grado di vedere i nostri cari nei loro ultimi giorni, di tenerli per mano o addirittura di piangerli”, ha detto ancora.

Vaccini, Londra non crede al blocco dell'export: "Serve collaborazione"

In merito alla questione dell'export dei vaccini, Johnson spegne i toni della polemica innescata dall'Ue e tende la mano a Bruxelles. "Stiamo tutti combattendo la stessa battaglia in Europa e in gran parte del mondo – ha detto -, serve la collaborazione internazionale. Noi continueremo a collaborare con i nostri partner europei per garantire la distribuzione dei vaccini. Nessuno di noi crede nel blocco delle esportazioni, certo non è questa la politica del nostro Paese". Del resto "non ha senso essere immunizzati" in una sola nazione, la sicurezza è globale o non è, ha concluso.

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