Perché Israele teme che l’Iran attacchi stanotte e lancia l’allarme: USA inviano sottomarino e portaerei
Non si placa la tensione in Medio Oriente. Nonostante ieri sia circolata la voce secondo la quale il presidente iraniano Masoud Pezeshkian avrebbe convinto l'ayatollah Ali Khamenei a rinviare la preannunciata rappresaglia contro Israele, oggi direttamente dal Pentagono è arrivata un'altra notizia sicuramente destabilizzante: gli Stati Uniti hanno inviato un sottomarino nucleare e accelerato l'arrivo di una seconda portaerei d'attacco nella regione.
Il segretario alla Difesa Lloyd Austin ha detto esplicitamente che la decisione è una risposta ai timori di un conflitto regionale più ampio e dimostra la determinazione della Casa Bianca a tendere la mano al primo ministro Benjamin Netanyahu. Gli Stati Uniti, ha detto Austin, "prenderanno ogni misura possibile" per difendere il loro alleato.
Gallant: "Siamo in un momento di vigilanza e prontezza"
Nelle scorse ore, lo stesso segretario della Difesa USA ha avuto un colloquio con il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant. Tema del consulto il coordinamento tra i due Paesi davanti alla "minaccia dell’Iran e dei suoi alleati" ma anche i negoziati per arrivare ad una tregua a Gaza.
"Siamo in un momento di vigilanza
e prontezza, le minacce provenienti da Teheran e Beirut potrebbero concretizzarsi ed è importante spiegare a tutti che prontezza, preparazione e vigilanza non sono sinonimi di paura e panico", ha affermato proprio Gallant durante una riunione della Commissione per gli Affari esteri e la difesa della Knesset.
Due eventi arrivati in rapida successione che hanno portato gli esperti di geopolitica a ritenere che la risposta iraniana all’uccisione del leader di Hamas, Ismael Haniyeh, possa essere imminente, addirittura arrivare stanotte, come evidenzia anche il sito Axios.
"Funzionari in Medio Oriente credono che stiamo raggiungendo l'ora zero", riferisce anche un corrispondente della Fox News in merito alle notizie che giungono dalla regione.
C'è da dire che già ad inizio mese fonti di intelligence occidentale avevano indicato la data in cui potrebbe avvenire la risposta di Teheran tra il 12 e il 13 agosto. Nello specifico si tratta del "giorno più triste del calendario ebraico", il Tisha B’Av, ovvero l’anniversario della ‘Distruzione del Tempio', che cade appunto il 12 o 13 agosto.
"L'Iran ha adottato misure di preparazione significative delle sue unità missilistiche e di droni, simili a quelle che aveva adottato prima dell'attacco a Israele in aprile". Lo scrive su X il giornalista israeliano Barak Ravid citando funzionari Usa e di Gerusalemme che però sottolineano come in questa occasione non si conosca il momento dell'attacco.
L'appello di Francia, Germania e Regno Unito all'Iran
Intanto Regno Unito, Francia e Germania hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui rivolgono un appello a Teheran contro una ulteriore escalation: "Si assumerà la responsabilità". A parlare dell’avviso sono i media israeliani. "Siamo profondamente preoccupati per l’acuirsi delle tensioni nella regione e uniti nell’impegno per la de-escalation", si legge nella dichiarazione. "Invitiamo l’Iran e alleati ad astenersi da attacchi che farebbero salire le tensioni mettendo a repentaglio l’opportunità di un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi".
Anche il "presidente Biden oggi ha parlato con Francia, Germania, Italia e Regno Unito per discutere la situazione in Medio Oriente e gli sforzi in corso per la de-escalation delle tensioni e raggiungere un cessate fuoco e l'accordo per il rilascio degli ostaggi". È quanto ha reso noto il portavoce del Consiglio di Sicurezza della Casa Bianca, Sean Savett.