video suggerito
video suggerito
Covid 19

Perché in Cina ci sono ancora milioni di persone costrette al lockdown

In Cina, con l’esplosione dei casi a Shangai, si è tornati ad applicare la politica “zero-Covid”, con milioni di persone in lockdown. Ma così si rischiano effetti economici deleteri.
A cura di Giacomo Andreoli
1.326 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Lì dove è tutto cominciato, l'emergenza non sembra placarsi. La Cina è ancora alle prese con il Covid, con il record assoluto di contagi e un nuovo lockdown di massa, che riguarda 25 milioni di persone. A Shangai la situazione pandemica ha fatto preoccupare il governo di Xi Jinping, che è tornata ad applicare la politica "zero-Covid" e ha fatto costruire uno dei centri di quarantena più grandi del mondo, con 40.000 posti letto.

I casi nella città e nella regione circostante continuano ad aumentare e sono arrivati a circa 20mila al giorno. Il lockdown era iniziato lo scorso 28 marzo e doveva finire il 5 aprile, ma con questi dati il governo centrale ha deciso di prolungarlo. Il blocco di tutte le attività e la nuova costrizione a casa, però, sta fiaccando le resistenze di un popolo che tollera sempre meno politiche così draconiane sul coronavirus. Nella città, infatti, i bambini positivi al Covid e che sono in quarantena sono stati separati dai genitori, mentre gli abitanti parlano di carenze di cibo e diverse difficoltà nel ricevere beni di prima necessità. Insomma: supermercati vuoti e consegne rallentate per le troppe richieste. Le critiche e le lamentele si fanno sentire sui social come WeChat e Weibo, ma anche su Twitter.

Ma tutto ciò non fa cambiare idea alla leadership cinese, che non tollera alcuna politica lasciva e ha chiesto in un'apposita direttiva ai governi locali di "fare tutto il possibile per controllare la diffusione del virus nel più breve tempo possibile". Questo prevede: quarantene forzate, blocchi in tutte le città colpite e tamponi molecolari di massa. Nel frattempo le autorità di Shangai hanno assicurato che la metropoli ha riserve sufficienti di tutti i beni alimentari fondamentali (tra cui olio, riso, carne, farina e verdure) ed hanno fatto creare una canale di emergenza sulle piattaforme di e-commerce per la consegna di prodotti per l'infanzia.

La linea dura anti-Covid è molto simile a quella vista due anni fa con i primi casi a Wuhan. Con test a tappeto, tracciamento preciso e isolamenti totali fino alla scorsa estate il numero di casi era stato contenuto. Ma con la diffusione delle varianti Delta e Omicron le cose sono iniziate a cambiare. Tuttavia a marzo il governo di Xi Jinping aveva iniziato a modificare la strategia, con kit a casa per i test rapidi e la fine dei ricoveri in ospedali per i casi lievi o asintomatici. La nuova ondata di contagi a Shangai, però, secondo l'esecutivo ha dimostrato il fallimento della linea morbida. Con il ritorno delle forti restrizioni, poi, i funzionari dei governi locali, anche nelle città con pochissimi o nessun caso di Covid, hanno iniziato a fare test di massa. Tutto ciò però riduce i consumi interni e spaventa gli investitori stranieri, con il rischio di avere effetti economici deleteri.

1.326 CONDIVISIONI
32831 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views